"Oggi, qui, a noi chiedono di misurarci su un'accoglienza oggettivamente sempre più complessa ma che mai si può chiudere di fronte alle vittime delle guerre e delle povertà del mondo;
su una convivenza tra culture e religioni in cui vanno riconosciuti i diritti di libertà di ciascuno e dell'esercizio dei rispettivi culti, senza peraltro dimenticare di auspicare libertà di religione e di culto in tutti paesi del mondo". Così stamani il cardinale di Firenze, Giuseppe Betori, in un passo della sua omelia pronunciata nella messa nella basilica di San Lorenzo nel giorno della festa dedicata al martire cristiano.
"A noi - aveva premesso il cardinale Betori -, a cui in questo momento non è chiesto di offrire la nostra esistenza in un martirio cruento, è però sempre chiesto un esercizio concreto della carità e del dono. Una carità che si esprima nella solidarietà e nel farsi carico dell'altro, ma anche una carità che si attua come servizio di animazione della società nella prospettiva del bene di tutti". E "il Papa - ha proseguito poi il cardinale di Firenze - nella sua esortazione programmatica, ha individuato tre obiettivi in questo orizzonte sociale della presenza del Vangelo nella storia: l'inclusione sociale dei poveri, il bene comune e la pace sociale, il dialogo sociale come contributo alla pace": "sono orizzonti che hanno l'ampiezza del mondo, ma si concretizzano poi nella vita di una città e in quella di un quartiere. Sono obiettivi" da raggiungere "e al tempo stesso auspici".
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