La forza della musica è quella di unire le anime della gente, e ieri, se ci fosse stato un termomentro di emozioni, con quelle 20.000 persone, forse sarebbe esploso.
Allo stadio Artemio Franchi di Firenze, ieri sera, Laura Pausini e Biagio Antonacci in concerto, due icone made in Italy, se lei incanta milioni di persone da anni in tutto il mondo, ricordando che "yo la tengo como todas", l'altro è un ricercatore specializzato di sentimenti, autore delle più belle canzoni d'amore degli ultimi vent'anni, anche quelle della Pausini tra l'altro.
Un palco mastodontico, led grandi come le pareti del salotto di casa mia luci con un gioco di schermi da 590 metri quadrati, petali di rose, grandi coreografie ed un corpo di ballo stratosferico, sotto la direzione artistica di Luca Tommassini, amico intimo di entrambi gli artisti.
Con la luce del sole che tramonta dietro il Franchi, inizia il concerto. Sono due fuoriclasse da hit e lo dimostrano da subito. Non c'è un solo brano che non sia accompagnato dalle voci all'unisono di tutto lo stadio. Con una perfetta e naturale alternanza di brani e di soli, i due artisti hanno portato a Firenze tutti i loro più grandi successi.
Si sono cantati a vicenda le loro più belle canzoni, una versione graffiata di La Solitudine da parte di Biagio e la delicatezza nell'interpretazione acustica di Le cose che hai amato di più, versione Pausini. Ma non si elencano tutte, da Incancellabile a Strani Amori, il cui video è stato girato proprio a Firenze, Benedetta Passione, Tra le cose che vivi e Invece No. Ma che ne sappiamo noi di cosa succede nella testa della gente quando partono le note di Iris e di tutta quella vita che c'è (insieme a te). E poi Se Tornerai, Non vivo più senza te, Sognami, Se io se lei, Ti ricordi perchè..
Superando con leggerezza i commenti di tuttologi e brontoloni musicali di dubbia provenienza, sono state tre ore di concerto potenti, piene di energia, dove vedi la gente sognare forte tra le braccia del compagno, dove Laura e Biagio danno tutto, con l'umiltà e la grinta di due ragazzini che hanno la voglia di spaccare il mondo. Passi di tango, reinterpretazioni e momenti divertenti come l'intervista doppia ai fratelli degli artisti, Silvia e Graziano.
Ieri la dimostrazione che vince sempre quella maledetta voglia di mettersi in gioco anche da "arrivati", continuamente, perchè la musica è così, mai conforme, perchè si può scrivere delle canzoni ed interpretarle per anni allo stesso modo, e poi in un attimo stravolgerle per far nascere nuove storie..
Concludendo mi viene da dire che lei è una regina, ringrazia sempre, e sorride. Lui è un signore. Lei si prende molto in giro e ci prende molto in giro (saluta con un: "Buonasera Firenze, maremma maiala!"), lui un cavaliere di altri tempi.
Funzionano insieme, si vogliono bene e si vede, si ringraziano, si abbracciano, si complimentano tra loro per tutto quello che son riusciti a portare in questo tour, ed hanno pure ragione, perchè la gente era felice, tanto, son riusciti a portare dentro uno stadio, nonne e bambini, famiglie, innamorati e amiche da una vita. C'era una città che cantava e si abbracciava, ed alla fine per essere l'epilogo di un bollente lunedì di luglio, non è andata poi così male.
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