Verona, 30 marzo 2019.
Congresso Mondiale delle Famiglie.
“Il vento del cambiamento: l’Europa e il Movimento Globale Pro-Family”. “Unire e dotare i leader di tutto il mondo di strumenti per promuovere la famiglia naturale… sola unità stabile e fondamentale della società”.
Questo lo slogan del Congresso che si è appena concluso a Verona. Il Congresso Mondiale delle Famiglie (WCF) ha riunito per tre giorni «il movimento globale» antiabortista, antifemminista e anti-LGBTQI in un solo palazzo, quello della Gran Guardia in Piazza Bra. Associazioni Pro Vita, estremisti di destra, politicanti e cattolici tutti riuniti intorno allo stesso tavolo per affrontare insieme i temi legati alla famiglia “naturale” e per dire NO all'aborto.
Le polemiche non si sono fatte attendere, soprattutto per la presenza e la massima disponibilità da parte di capi di stato ed esponenti politici della destra radicale, cristiana e integralista da tutto il mondo. Sabato pomeriggio, attimi di tensione, con l'arrivo dei ministri del nostro governo italiano, tra cui quello dell'Interno, Matteo Salvini, accompagnato da contestazioni, il ministro per la Famiglia e la Disabilità Lorenzo Fontana, e per finire, anche quello dell’Istruzione, Marco Bussetti. Le dichiarazioni non tardano ad arrivare anche da Giorgia Meloni, dal senatore della Lega Simone Pillon e dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
Salvini verso le 16 si presenta a piedi, ed in piazza si scatena il delirio. “Sono a sostenere la famiglia con il sorriso, il diritto di essere mamma, di essere papà. La necessità per l'Italia di mettere al mondo dei figli.” Alla domanda sul rischio di tornare indietro su tante conquiste risponde: “Non siamo qui per togliere niente a nessuno, non sono in discussione l'aborto, il divorzio. Ognuno fa l'amore con chi vuole, va a cena con chi vuole.”
Poco lontano dalla piazza del Pro Vita, decine di migliaia di manifestanti, hanno sfilato pacificamente per rivendicare e affermare con forza, i diritti conquistati da chi ci ha preceduto. Tanti colori, tante persone diverse, slogan che con ironia hanno rilanciato messaggi forti e decisi, come l'importanza di far scegliere ad una donna sul proprio corpo, la difesa dei diritti, il no ad ogni tipo di discriminazione e di emarginazione. Tenere sempre alta l'attenzione per dire no alle politiche che limitano la libertà sessuale e di ogni genere.
E' questa l'Italia che ama, che si muove compatta tra i vicoli di una Verona assolata, invocando in un grido comune, alla Libertà.
Una produzione [(Ctrl+S)Gente]
Il servizio di Costanza Castiglioni e Matteo Calì.
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