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giovedì, 18 luglio 2013 - 02:01
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Dal '400 al Barocco

Palazzo Pitti: dal 16 luglio in mostra l'arte dell'avorio

Immagine articolo - Il sito d'Italia

Ripercorre l'arte dell'avorio dal '400 all'epoca barocca la grande mostra che dal 16 luglio riunisce al Museo dell'Argento di Palazzo Pitti, per la prima volta, gli straordinari capolavori custoditi nelle collezioni fiorentine e nelle raccolte, pubbliche e private, di tutto il mondo. Esposte circa 150 opere realizzate dalle botteghe piu' prestigiose, nate soprattutto in Italia grazie agli scambi mercantili con l'Africa e l'Asia fioriti nella Rinascenza. L'importante rassegna, che si intitola 'Diafane passioni. Avori barocchi dalle corti europee', e' stata promossa e realizzata dalla Direzione Regionale del Mibac, dalla Soprintendenza di Firenze, dal Museo degli Argenti, da Firenze Musei e dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. A curarla, Eike Schmidt, che insieme a Maria Sframeli, che l'ha diretta, ha selezionato i capolavori di arte eburnea conservati nelle Collezioni Medicee di Palazzo Pitti affiancandole a rari esemplari concessi in prestito dai maggiori musei internazionali a testimoniare lo sfarzo barocco. Dalla meta' del '500, per circa due secoli, la scultura in avorio fu infatti apprezzata e ricercata dalle corti europee come una delle massime forme di espressione artistica. I piu' importanti scultori del periodo, in Italia e nei paesi transalpini, ma anche nelle colonie portoghesi e spagnole, si cimentarono in questa tecnica raffinatissima e difficile, che univa alla perizia artistica la preziosita' della materia prima. In questo ambito, l'Italia giocava un ruolo chiave. Le zanne di elefante arrivavano in Europa attraverso le grandi citta' portuali, Venezia, Genova, e Napoli, divenute con Roma i centri principali della lavorazione della preziosa ed esotica materia, ricercata per la sua qualita' mimetica di raffigurare l'incarnato umano. Ecco che presto, in tutta Europa, imperatori e granduchi, papi e principi, altissimi prelati e ricchi banchieri iniziarono a contendersi queste opere dando vita a meravigliose collezioni. Prime fra tutte, quelle fiorentine, che raccoglievano gli avori di epoche passate, in particolare quelli medievali di produzione francese. Come si puo' ammirare in mostra, ogni aspetto dell'arte figurativa e astratta e' riflesso nei capolavori eburnei fiorentini: coppe e rilievi, composizioni mitologiche e scene di genere, santi e ritratti di principesse, scarabattole e torri tornite. Nel percorso espositivo, articolato in varie sezioni, rivive questa passione collezionistica, a partire da Lorenzo il Magnifico per arrivare al maturo Rinascimento, fino all'esplosione del Barocco con opere degli scultori fiamminghi e tedeschi piu' famosi del periodo, da Leonhard Kern a Francois du Quesnoy, da Georg Petel a Balthasar Permoser. (di Nicoletta Castagni - ANSA)

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