Il medico, sua moglie ed il pubblico ministero. Se non fosse una storia vera di drammatica ingiustizia, potremmo pensare al titolo di una commedia trash all'italiana con Lino Banfi e Alvaro Vitali. E invece è la sintesi di una delle pagine più brutte mai viste alla Procura della Repubblica di Firenze. Una storia dove vengono calpestati i diritti di un uomo e dove l'interesse personale di un pm ha cercato di cambiare il senso della giustizia. Un interesse che passa dalla casa, e dal letto, di quel magistrato, in un vortice di istinti sessuali e atti giudiziari.
Tutto inizia da una “normale” storia di separazione, di una coppia giunta probabilmente al capolinea del loro amore, dove, negli anni, gli sgarri tra moglie e marito certamente non sono mancati. Loro sono due affermati professionisti, due medici, ma nel luglio 2015 la moglie chiede la separazione dal marito e lo querela per maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Il fascicolo passa immediatamente nelle mani di un pubblico ministero, il dottor Vincenzo Ferrigno (nella foto con l'inviato de Le Iene, Filippo Roma). Sarà lui il titolare dell'indagine alla “fine” di questa storia che ricopre di vergogna la figura di un magistrato.
Le indagini si aprono, il medico viene indagato ma per lui il pm chiede l'archiviazione del procedimento. Non ci sono rilievi penali per un processo. Siamo all'11 settembre del 2015. Ma di fronte alla richiesta avanzata, il gip di Firenze, Paola Belsito, dispone, vista la presenza di minori (i figli della coppia di medici), un ulteriore accertamento di indagini e rimanda il fascicolo nuovamente al pm Ferrigno, titolare del procedimento.
A questo punto anche il dottore querela la moglie, ma la sua denuncia viene archiviata e dopo aver approfondito nuovamente le indagini, il pm, nel gennaio del 2016 chiede una seconda richiesta di archiviazione per il dottore, accusato di maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Insomma quest'uomo per la Procura di Firenze non deve essere processato perchè è innocente. Parola di un pubblico ministero. Eppure qualcosa cambia.
Siamo nel marzo 2016 e una presunta lite in ascensore provoca una nuova denuncia da parte della moglie verso il marito, reo di aver colpito l'ascensore con un pugno talmente forte da farlo bloccare (ma questa ricostruzione è totalmente smentita dal tecnico manutentore dell'ascensore che nella sua relazione di intervento, agli atti del pm, parla chiaramente di un contatto elettrico che ha causato il black out).
La moglie si è sentita nuovamente maltrattata e ha depositato una nuova denuncia alla Procura di Firenze. Stavolta non si è trovata davanti i soliti agenti di polizia giudiziaria che l'avevano sentita fino a quel giorno, ma direttamente il pm Ferrigno. Colui che non le aveva dato troppo credito, chiedendo due volte l'archiviazione per i presunti maltrattamenti del marito.
E in quei giorni di primavera qualcosa effettivamente cambia anche negli uffici della Procura. Di suo pugno, il pm procede con un'annotazione in cui spiega che il dottore ha avuto atteggiamenti violenti e per questo le indagini vanno riaperte. Anzi quest'uomo va arrestato. E per lui il pm Ferrigno chiede i domiciliari dopo due richieste di archiviazione.
Il gip di Firenze, Paola Belsito, li respinge ed applica la misura di allontanamento al dottore da tutti i luoghi frequentati dalla moglie (anche lo studio medico che hanno in comune). Dura solo 8 giorni il provvedimento del giudice. Ma perchè il pm Ferrigno, che prima lo ha ritenuto due volte completamente innocente, ora chiede gli arresti? Cosa è cambiato?
La risposta è nelle domande che si poneva il dottore in quei giorni di abisso e che ha manifestato all'investigatore privato che ha deciso di ingaggiare per le sue indagini difensive. “Perchè mi vogliono arrestare? “ è la domanda che rimbalzava nella sua testa. Certamente quest'uomo ha commesso degli errori nella sua vita di relazione ma non ha mai picchiato la moglie. Lo sa, e vuole capire perchè adesso c'è un pm che lo vuole arrestare.
Passano poche settimane dalla richiesta di manette, che il dottore si trova in mano il “report” dell'agenzia investigativa. E non lascia spazio a nessun dubbio. La moglie aveva una relazione con un altro uomo: il pm Vincenzo Ferrigno, lo stesso che voleva fare arrestare suo marito. Ci sono video che lasciano poco spazio all'immaginazione, nei quali si vede chiaramente la moglie del dottore fare visita a casa del pm, entrando verso mezzanotte e riuscendo all'alba della mattina seguente. Non una volta. Molte volte. Troppe volte.
Che la primavera giudiziaria abbia fatto sbocciare la passione? Sembra proprio di sì. E per questo il dottore presenta un esposto direttamente al Procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, che non esita un istante a trasmettere gli atti alla Procura di Genova che ha aperto, ovviamente, un fascicolo per corruzione.
Questa è la storia vera di quello che sembra un film. Ma davvero può succedere questo? Sì, davvero. Ma che senso ha la giustizia, se un pubblico ministero cede alle tentazioni di una donna a tal punto da chiederne l'arresto del marito? Nessun senso. Ma questa è una storia in cui un uomo ha rischiato di perdere la sua libertà per le debolezze sessuali di un pubblico ministero, che trascorre le notti con la moglie e che di giorno chiede l'arresto del marito. Non è concepibile, né accettabile sia per il buon senso sia per il diritto.
E anche per questo motivo, stamani mattina l'inviato de Le Iene Filippo Roma è andato a far visita al pm Vincenzo Ferrigno. La trasmissione di Italia 1 ha approfondito il caso bollente, con documenti e video alla mano, con un servizio che andrà in onda nella prima puntata dell'edizione 2017.
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