È iniziata ieri pomeriggio, con la relazione dell’assessore al Bilancio Lorenzo Perra, la discussione per l’approvazione del bilancio di previsione 2014, misura che si fonda su tre pilastri: tasse invariate o abbassate, tagli alla spesa, più servizi.
Sull’abbassamento delle tasse le misure più incisive sono l’azzeramento da quest’anno dell’addizionale Irpef per i redditi sotto i 25 mila euro, grazie allo Stato che restituisce al Comune quanto dovuto sul gettito Imu, e la Tasi che non grava su chi è in affitto o ha un’attività economica ed è modulata sulla rendita catastale e sulla numerosità della famiglia.
Di seguito la relazione integrale dell’assessore Perra:
“Gentili Consiglieri,
oggi siete chiamati a deliberare sul Bilancio di previsione del Comune di Firenze per l’anno 2014. Siamo al termine di una discussione di dettaglio, avvenuta in tutte le commissioni consiliari e nei Quartieri.
Una discussione che ha riguardato il principale atto di programmazione economica, con cui intendiamo determinare la traiettoria delle azioni di questa Amministrazione.
È un bilancio di Previsione: e quindi non descrive ciò che è successo, ma disegna ciò che vogliamo debba accadere.
Con l’approvazione del Bilancio di previsione avrà termine l’esercizio provvisorio e verranno attivate nuove politiche locali riguardanti tanto le entrate, quanto le spese.
Nel redigere il Bilancio ci siamo rifatti alla concezione meccanicistica dello Stato; per cui lo Stato altro non è che una società fiduciaria dei cittadini, ed i suoi rappresentati sono i suoi amministratori. E sia la società, che gli amministratori devono agire unicamente a beneficio dei cittadini stessi.
Ma come contribuiamo a migliorare il benessere collettivo, nel contesto economico in cui ci troviamo?
Il contesto infatti è noto: è quello di una nazione in stagnazione economica.
Caratterizzata da una ventennale necessità di contenere gli squilibri di finanza pubblica, l’Italia drena dai propri cittadini e dalle imprese, più di quanto sia in grado di restituire, dovendo destinare risorse alla riduzione del debito. Le generazioni di cittadini e di imprese di oggi pagano anche per le generazioni passate, ma sono pressate dalla crisi che è qui e adesso.
Le politiche fiscali locali, per quanto limitate dalle regole di un federalismo che di fatto non è mai nato, si trovano nella necessità di garantire maggiori servizi (poiché aumentano i soggetti più bisognosi), in una crescente scarsità di risorse.
In questa situazione la soluzione spesso adottata è quella di preoccuparsi del rispetto della finanza pubblica, aggravando però la condizione economica: complessiva: più imposte, meno investimenti.
Nella dimensione comunale fiorentina stiamo provando a cambiare questo paradigma, declinando piuttosto il seguente: più risparmi strutturali e più produttività della macchina pubblica, minori imposte, migliore redistribuzione del carico fiscale, più entrate comunali derivanti dai non residenti e maggiori investimenti.
Con il Bilancio di previsione 2014, infatti, all’interno delle regole e con i vincoli imposti dalle Leggi nazionali, noi scegliamo la seguente strada per perseguire il benessere sociale:
1) riduciamo l’imposta esistente sul reddito dei più poveri (con l’addizionale irpef);
2) attuiamo le nuove imposte nazionali (la Tasi) in maniera tale da non gravare sulle attività produttive e sulle persone in affitto, e prevedendo detrazioni per basse rendite e i figli a carico;
3) manteniamo invariata la tassa sui rifiuti rispetto al 2013;
4) non incrementiamo alcun canone comunale a carico delle imprese, e anzi ne riduciamo uno (il Cimp);
5) garantiamo la maggior parte dei servizi del 2013 e ne aumentiamo alcuni (come la gestione del verde, i servizi culturali)
6) assicuriamo un’intensa spesa per investimenti, pur riducendo l’indebitamento del Comune.
Di tutto quello che vi ho elencato fatemi poi dire alcune cose in merito all’addizionale Irpef e agli investimenti.
L’Irpef, in Italia è stata introdotta esattamente 40anni fa. Aveva 32 scaglioni e l’aliquota massima era pari all’82%. Come in tutti i paesi industrializzati l’abbiamo negli anni semplificata. Anche se, attribuendo ai Comuni la compartecipazione al gettito tramite le addizionali, abbiamo compiuto una stortura di finanza pubblica. È lo Stato che disciplina la redistribuzione del reddito, non i Comuni. Ciò detto, noi a Firenze, a partire dal 2014, l’annulliamo per tutti i lavoratori con i redditi sotto i 25mila euro, ovvero per la maggioranza dei lavoratori dipendenti. È una politica chiara nel merito: minori imposte per i contribuenti più poveri ed invarianza per tutti gli altri.
Sugli investimenti invece: Firenze sarà sì sconvolta nei prossimi giorni e mesi da lavori sulla mobilità e viabilità; ma questi sono opere e investimenti che oggi daranno lavoro a centinaia di persone di settori in crisi, e domani garantiranno adeguati servizi ad una città come Firenze, che vuole stare al passo con la modernità.
Ma se questi sono i presupposti della nostra azione di Bilancio, come assicuriamo i risultati che vogliamo ottenere, in un anno in cui tra l’altro si riducono i trasferimenti statali?
Agendo sulle entrate (imposte e non) a carico di coloro che Firenze utilizzano, ma che a Firenze non risiedono. Il patrimonio di Firenze, sempre più frequentato, deve essere tutelato e manutenuto.
Ed agendo sulle spese strutturali dell’ente, riducendole. Dobbiamo ridurre le spese non produttive e gli sprechi. Questa è la nostra sfida di bilancio nei prossimi anni.
Per concludere: sono stato rimproverato dagli uffici di essere eccessivamente ottimista quando descrivevo questo bilancio. Poiché le cose, nel futuro, per motivi esogeni o imprevisti, potrebbero andare peggio di quest’anno.
A quegli uffici, che hanno aiutato me, il Sindaco e gli altri Assessori nella redazione di questo Bilancio di previsione, e anche voi Consiglieri nella sua comprensione, a quelle donne che ringrazio con sincera ammirazione, io dico che sono consapevole dell’incertezza della condizione economica italiana. Ma credo anche che è soltanto perseguendo la strada tracciata che potremo alleviare il peso del debito sulle imprese e sui cittadini, che potremo liberare risorse da destinare agli investimenti, e contribuire a cambiarla, la condizione economica italiana”.
Di parere diverso il consigliere di Fratelli d'Italia, Francesco Torselli: "Dopo aver dato un nome al programma di mandato, La città delle Opportunità, la giunta poteva dare un nome anche al bilancio preventivo 2014 ed Il bilancio della Banalità sarebbe stato senza dubbio il migliore dei nomi". Commenta Francesco Torselli.
"Il bilancio presentato quest'oggi - spiega Torselli - si regge infatti sul più banale ed elementare dei ragionamenti: servono soldi per bilanciare i tagli del governo? Aumentiamo le tasse... I cittadini si lamentano? Abbassiamo una tassa (l'IRPEF) e alziamone un'altra (la TASI)".
"Ragionamenti vecchi e superati - prosegue l'esponente di FdI-An - che dimostrano come questa giunta non abbia alcuna idea originale, ma si sia limitata a svolgere la funzione di esattore e di cassiere".
"Stento vivamente a capire - conclude Torselli - come possano giunta e maggioranza plaudire agli investimenti presenti in bilancio: investimenti destinati quasi tutti al rifacimento delle strade, dei parchi e dei giardini pubblici. Sto sognando, oppure negli ultimi cinque anni abbiamo ascoltato un signore che di professione faceva il sindaco di Firenze decantare il rifacimento di tutte le strade? Dei giardini a 100 metri da tutte le abitazioni? Dei parchi restituiti alla città? E ora, la giunta deve investire tutte le entrate su strade, giardini e parchi! Forse, quando dicevamo che per Matteo Renzi Firenze iniziava in Piazza del Duomo e finiva in Via Tornabuoni non sbagliavamo di molto..."
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