La scorsa settimana abbiamo trovato ad Aulla, in provincia di Massa, Rodolfo Fiesoli il fondatore del Forteto condannato ad oltre 20 anni di carcere per violenze sessuali, su minori e di gruppo. Fiesoli, oggi 78 anni si è fermato a parlare in esclusiva ai nostri microfoni. Un lungo colloquio, diviso in due parti, iniziato con uno schiaffo e con la fuga dell’uomo.
Oggi riproponiamo l'intervista, mandata in onda in due parti, in un articolo che riassume tutto quello che ci ha raccontato il 'guru' del Forteto.
Il “Profeta” parla e accusa le vittime del Forteto, “l’hanno fatto per i soldi e basta” ha detto Fiesoli, “io sono stato violentato, mica loro”, “non devo chiedere scusa a nessuno” perché “ho sofferto” e “sono loro (le vittime, ndr) che dovrebbero avere i sensi di colpa”. “Non l’ho mai visto quello” dice riferendosi alla vittima per cui è stato condannato nel settembre scorso ad ulteriori 8 anni di reclusione.
Fiesoli spiega di “contento di andare in carcere da innocente”. Il guru del Forteto parla della sua nuova vita, in una residenza per anziani (paga “2100 euro al mese” di retta), racconta del “voto di castità” fatto con la moglie “quindici anni fa”.
“Figurati se vo' a toccare un figliolo ma neanche se mi dessero un miliardo” ci dice, quasi dimenticando le condanne per violenza sessuale sui ragazzi del Forteto. Infine si paragona a Stefano Cucchi, “perché con la storia capito ci vuole il suo tempo” e la “verità verrà fuori”.
“Quelli che mi hanno accusato sono assassini e infami” ha detto Fiesoli parlando delle vittime della comunità di Vicchio del Mugello. “Non ho rabbia con nessuno” ha proseguito, “ho solo dispiacere perché non posso sentire nessuno” degli ex fedelissimi del Forteto.
“Quella pm è una merda” ha poi incalzato Fiesoli riferendosi al pubblico ministero Ornella Galeotti, “era dalla mattina alla sera con quelli che mi hanno accusato”.
Poi Fiesoli si è fermato sulle dinamiche del Forteto e su quello che accadeva. “Ero la soubrette del Forteto” ha raccontato “parlavo la prima volta e via, poi c’andavano loro”.
Ha raccontato del suo rapporto con Don Milani, “il prete di Barbiana”, con un monsignore e con padre Ernesto Balducci. Poi spazio alla politica. “Venivano tutti a mangiare” spiega Fiesoli che cita “Tina Anselmi (“mia amica”) Fassino, la Camusso, Cofferati”.
E poi i rapporti con i giudici di Firenze, da Casciano “il presidente del tribunale dei minori che voleva che si prendesse i figlioli per forza”, Meucci, “che si è schierato con noi”, fino a Toni, Sodi e il disprezzo per l’ex magistrato Carlo Casini, “il peccatore”.
Foto di Paolo Lo Debole
Video di Matteo Calì
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