Il segnale è il tono della voce che passa dal temporale al boato, per diventare poi una specie di ruggito: allora Mihajlovic può trasformarsi in qualcosa di ignoto, i giocatori perdono la parola e anche il bosco, intorno, smette di frusciare. Dicono che in tredici giorni Sinisa abbia sorriso due volte (e non perché parlava di pallone). Il suo sguardo cupo viaggia per cogliere i particolari, rispetto a un anno fa la concentrazione è moltiplicata,
non c’è spazio per gli scherzi, le battute, le risate durante gli esercizi. Il modello «gruppo felice» ha lasciato il posto allo stile «campo di lavoro sotto le Dolomiti». Ogni secondo dell’allenamento viene valutato, sezionato dallo staff tecnico e atletico schierato in posizioni strategiche, in assetto ordinato, come gli steward che _ immobili _ controllano durante la partita gli spettatori delle curve. Anche questo è un particolare indicativo, tutti devono sentirsi sotto pressione. Se il segnale di pericolo è il tono della voce che cambia ieri, dopo un quarto d’ora di esercizi tecnici eseguiti male, Miha è esploso in una minaccia trasportata sulle tribune da un boato: «Se lavorate ancora così male vi mando tutti a correre». Dopo sei cross sbagliati, De Silvestri si è immaginato protagonista alla maratona di Londra, Olimpiadi 2012. Gli altri compagni anche, tutti stavano sbagliando. Poi Mihajlovic ha scosso le spalle, sarebbe stato inutile anche mandarli a correre con il cervello in tilt… Ma c'è poco da scherzare, quest’anno il clima è diverso. Sinisa sa di essere border line, vive questo ritiro come una missione: non si concede sgarri, controlla anche i centimetri della distanza fra un piolino e l’altro per i test di tecnica individuale, si vede pochissimo in giro anche nel tempo libero, non teme il confronto con la gente ma forse lo frustra la situazione: cosa promettere a chi lo ferma? Le parole non servono, parleranno i risultati. Unica apparizione in pubblico durante la presentazione della squadra a Cortina. Applauso al presentatore che, dopo qualche resistenza, è riuscito a far sorridere Sinisa facendogli imitare un direttore d’orchestra. «Noi perdiamo tanto senza di voi _ ha detto Mihajlovic ai tifosi _ ma anhe voi perdete tanto senza di noi». Considerazione bilaterale che la dice lunga sull’orgoglio tenuto a bada e la voglia di dimostrare un valore rimasto nascosto. Per questo Sinisa ha perso il sorriso e fra tutti i confronti ha evitato anche quello con i cronisti, tenuti a bada in modo formidabile, ignorati, perfino scansati: poco da raccontare anche a loro, a parte le occasioni ufficiali delle conferenze stampa. Mihajlovic è una pentola e pressione che in qualche modo dovrebbe sbollire, per evitare esplosioni. E le punizioni sono il modo per sfogarsi. Ne sa qualcosa Neto, bombardato e poi umiliato da 15, 20 e 25 metri. Il sorriso di Sinisa, nascostissimo, però sembrava una liberazione.
Fonte: Angelo Giorgetti - La Nazione
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