"Entro il 2023 la Toscana deve raggiungere almeno il 70% di differenziata nella raccolta dei rifiuti".
Lo ha spiegato il presidente Enrico Rossi, intervenuto in Consiglio regionale. "Entro quest'anno passeremo dal 51 al 54%, un aumento incoraggiante che ci può portare verso Regioni come il Veneto che già sono al 70%. Questo è l'obiettivo -ha proseguito Rossi - che abbiamo stabilito nel nuovo piano regionale. Mi piacerebbe arrivare all'80%, ma i tecnici lo escludono. Solo la parte rimanente rimarrà riservata a discariche e termovalorizzatori". Rossi ha sottolineato anche la necessità di livellare le zone della Toscana, "visto che ci sono Comuni con percentuali molto diverse tra di loro. Entro l'estate presenteremo un nuovo piano per la raccolta dei rifiuti e vogliamo impostarlo su questa idea dell'economia circolare. Non vogliamo occuparci per questo obiettivo solo dei rifiuti urbani, ma - ha concluso Rossi - anche di quelli industriali".
Aggiornamento delle 14
"E' il momento di una svolta ambientalista centrata sul riuso e sul riciclo. Questo è il futuro e l'Europa ci richiama a un impegno maggiore. Vogliamo che la Toscana sia una regione avanzata nel quadro europeo evitando di fare scelte che condizionano questa prospettiva in modo negativo. Sarà una scommessa che vinceremo. E non lasceremo la Toscana in una crisi da smaltimento". Così il presidente Enrico Rossi annunciando in Consiglio regionale che entro il prossimo mese giugno la Giunta avvierà una revisione del Piano regionale sui rifiuti approvato alla fine del 2014 indicando nuovi obiettivi da raggiungere al 2023.
Sarà uno strumento, ha ricordato Rossi, improntato sull'economia circolare e corredato di un piano attuativo relativo ai rifiuti urbani ma anche a quelli speciali prodotti nei distretti industriali che dovranno essere reinseriti nel ciclo produttivo. Il più ambizioso degli obiettivi: portare la raccolta differenziata oltre il 70%, che potrà mirare anche al 75 o addirittura 80 per cento, grazie al potenziamento del sistema di raccolta del porta a porta e della raccolta di prossimità.
"Abbiamo messo a disposizione dei tre ATO 30 milioni di euro – ha ricordato il presidente - per sostenere questo passaggio e contiamo di stimolare la domanda del materiale recuperato attraverso la realizzazione di biodigestori anaerobici, il coinvolgimento dell'industria della carta, del vetro, dei metalli, del tessile, del marmo". La quota residua di rifiuto indifferenziato non recuperata sarà destinata all'incenerimento ed alle discariche. Il progetto punta a riservare circa il 10 o 15 per cento ad incenerimento.
"La previsione, in coerenza con quanto ci dice l'Europa – ha sottolineato Rossi - è quella di escludere la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento in nuovi siti e di puntare solo sui rewamping di quattro degli impianti esistenti per raggiungere una quota di trattamento adeguata. Risulterà imprescindibile l'impiego delle migliori tecnologie disponibili". La parte residua di rifiuti andrà infine in discarica. La riduzione drastica dei conferimenti in discarica fino al 10 per cento passerà per una prima riduzione del numero di discariche attive fino a 5, con una graduale riduzione dei conferimenti. Riguardo all'economia circolare, sarà presentata al Consiglio una proposta di legge entro l'estate.
Quattro i cardini su cui poggerà:
- incentivare, attraverso gli ATO ed i gestori, le famiglie per migliorare la quantità e la qualità della raccolta differenziata
- incentivare la "domanda" di materia recuperata attraverso la RD da parte del sistema produttivo regionale. In particolare da parte dei principali distretti produttivi della carta, del cuoio e del tessile. Un esempio è dato dalla RD della carta, oggi pari a poco più di 200.000 ton l'anno, in una regione dove il distretto della carta di Lucca impiega annualmente più di un milione di tonnellate di carta da macero
- assicurare la chiusura dei cicli di produzioni toscani attraverso il riconoscimento di una priorità negli impianti toscani che trattano rifiuti speciali
- stimolare la ricerca e l'innovazione tecnologica in materia
Una notazione il presidente l'ha fatta anche sulla relazione della commissione interparlamentare d'inchiesta sui rifiuti: "Quanto riportato nella relazione conclusiva della Commissione Interparlamentare sui rifiuti – ha detto - offre una rappresentazione molto critica della gestione del sistema integrato dei rifiuti in Toscana che richiede una risposta in termini di sistema da parte della Regione, dei tre ATO, che dovranno operare in maniera più coordinata tra loro e con la Regione, e dei gestori.
A questo proposito nel corso dell'ultima seduta di Giunta abbiamo costituito un gruppo di lavoro composto da tecnici esperti della materia, sia regionali sia appartenenti alle nostre agenzie Arpat ed ARRR".
Al gruppo di lavoro è stato affidato il compito di verificare, entro luglio, il sistema impiantistico della Toscana e di redigere un documento finale attraverso il quale condividere con ciascun gestore un percorso di miglioramento tecnologico e di innovazione del proprio impianto, con l'obiettivo di portare la nostra regione ai livelli delle altre regioni del centro nord. Allo stesso tempo, ripercorrendo le situazioni di maggiori criticità esposte nella relazione, ci sarà modo di indicare le azioni volte a superarle ed i tempi necessari per farlo.
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