Ariston, Eolo, Puccini, Astra, Excelsior, Supercinema, Vittoria, Goldoni, Ideale, Teatro della Compagnia, Firenze, Alfieri, Gambrinus, Romito, Ciak, Colonna, Variety, Spazio Uno, Principe, Fiamma. E' il lungo e triste elenco dei cinema chiusi dal 1993 al 2010 a Firenze. Per protestare contro quest'ecatombe che sembra innarestabile oggi si è svolto un presidio di protesta organizzato da Legambiente, dalla Cgil, dall'Arci Firenze e dall'associazione Libera, davanti al cinema Fulgor in via Maso Finiguerra. In rappresentanza delle associazioni Paolo Aglietti – CGIL Lavoratori dello Spettacolo, Piero Baronti (Presidente Legambiente Toscana), Don Andrea Bigalli (Coordinatore Libera Toscana). Una scelta non casuale quella del Fulgor ch con le sue 5 sale, rischia seriamente di essere il prossimo della lista. E così cadrà anche l’ultimo grande baluardo del centro storico, l'unico a restare in piedi sarà l'Odeon che per sua fortuna gode di un particolare status, in quanto 'Casa del Cinema' può contare su finanziamenti pubblici. Il piano strutturale del Comune inserisce il Fulgor tra le strutture 'in dismissione' eventualmente recuperabile a parcheggio. Un cambio di destinazione d'uso per dirla tecnicamente, messa a morte di un cinema storico per essere cinici o più semplicemente concreti. Francesco Rinaldi, ex proprietario e oggi gestore dell'Immobile si difende dicendo che il cinema “non è affatto in dismissione, non chiude e non chiuderà”. Ma contro la sua parola c'è quella dell'attuale proprietario, la Fulgor 2005 srl, in rappresentanza della quale parla Bruno Cerasuolo che ricorda come fu lo stesso Rinaldi a presentare nel 2004 in Comune una richiesta di cambio di destinazione d'uso del cinema. Seguì poi la vendita dell'immobile alla Fulgor, che da subito dichiarò la volontà di destinare l'immobile “ad altri usi”. Da allora, in attesa del permesso di costruire, Rinaldi ha ricevuto in gestione il cinema secondo un contratto di comodato d'uso, che gli consente di continuare a esercitare l'attività a titolo gratuito. “Noi avevamo fatto un progetto per fare un parcheggio nel sito del cinema – ha dichiarato Cerasuolo - progetto che aveva ricevuto l’ok dall’Urbanistica. Poi, con l’avvento della nuova giunta, abbiamo riformulato due nuovi progetti. Uno per un’attività commerciale insieme a un parcheggio; un altro, alternativo, per una serie di residenze, alcune delle quali convenzionate col comune, una sala polivalente che potrà accogliere eventi culturali, e ugualmente un parcheggio interrati. Quello che per noi era chiaro è che non ci avremmo fatto un cinema”. Dal canto loro gli attuali proprietari che non hanno ricevuto il permesso da parte del Comune lamentano il fatto di non aver incassato ancora nulla dal bene acquistato “Rinaldi ci aveva assicurato che l'immobile sarebbe stato utilizzabile a breve. Non abbiamo certo pagato perchè restasse bloccato con un'attività per la quale noi non percepiamo un euro”. La situazione è chiara quanto banale: è tutta una questione di soldi e di profitto.
Anche stavolta come era accaduto per il Variety, si profila l'ombra del Multiplex di Novoli che aprirà i bettenti a settembre ma che se in possesso di nuove licenze (in lizza oltre al Fulgor, l'Aurora di Scandicci) potrà incrementare il numero di sale non più 5 ma 9 come da progetto originario. Rinaldi nega e Aglietti precisa: “inutile fare supposizioni azzardate e non suffragate ma certo nemmeno bisogna fidarsi delle dichiarazioni di Rinaldi, anche sul Variety per 2 mesi ha dichiarato che non avrebbe mai venduto a Novoli”, pare invece che l'accordo sia stato firmato in cambio di 300mila euro. “Quello che poi mi preoccupa ulteriormente – aggiunge Aglietti - è la situazione del Fiamma e del Principe (entrambi chiusi n.d.r.), del Fiamma in particolare vista la sua collocazione all'interno di complessi condominiali”. Interessati a rilevarne l'attività e quindi alla loro riapertura sarebbe la Fev, società presieduta da Alessandro Rodolfi, che gestisce Fulgor, Marconi, Cine 8 di Montevarchi e Multisala Lami. Della suddetta società lo stesso Francesco Rinaldi è direttore.
“Che l'attività vada bene (Il Fulgor stacca 80mila biglietti l'anno) da un lato e la nascita del Multiplex dall'altro– ci tiene infine a precisare Aglietti – in realtà non c'entrano nulla con quello che sta accadendo ai cinema in centro. E' solo un fatto di speculazione, di maggior profitto, semmai questo va a inficiare sulla qualità del cinema e dei film in programmazione”. Il mercato diventa un monopolio, al massimo un duopolio e l'offerta si restringe, e a peredere sono i film d'autore, di qualità ma che non godono di una potente operazione di marketing, e troppi restano i film mai usciti nelle sale fiorentine, 37 solo negli ultimi mesi tra film e documentari. “Chiediamo al Comune di intevenire – dichiara Baronti – Da parte dell'Amministrazione c'è un silenzio assordante. L'assessore alla Cultura Da Empoli sulla questione non si è mai espresso. Noi come Legambiente abbiamo appoggiato il sindaco sulle pedonalizzazioni, ora diciamo Matteo se ci sei batti un colpo!”. Sarà il Comune infatti che alla fine deciderà le sorti del Fulgor, dopo l'approvazione del Piano Strutturale sarà chiamato a pronunciare un sì o un no circa la richiesta di cambio d'uso. Intanto i cittadini restano spettatori impotenti e qualche volta persino ignari. Molti nel quartiere non sono neppure a conoscenza della probabile quanto imminente chiusura. Giovanna storica cuoca di una trattoria in Via Palazzuolo da voce allo sconcerto di molti: “Non è giusto, in centro non ci sono più cinema, ormai per andare a vedere un film bisogna uscire dalla città e raggiungere uno dei multisala della periferia. Così si perde il piacere di uscire, fare una passeggiata e poi perchè no decidere sul momento di vedere 'quel film' e tornare a casa, a piedi magari come vuole il nostro sindaco”.
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