Vince chi corre di più. E' una regola non scritta del nostro calcio. Una riflessione sempre attuale, che spesso sentiamo ripetere nei luoghi in cui si parla, da sempre, di calcio. Bar, circoli, piazze, strade e campetti.
E' la riflessione di un nostro attento lettore, Piero Santerini, nonno e come lui stesso si definisce, "vecchio tifoso della Fiorentina", che mastica calcio da oltre 8 lustri e ci impone di osservare con attenzione le mutazioni di una società moderna, che avanza anche nel mondo del calcio.
"La domanda che mi sorge spontanea è, come mai fra una squadra ed un altra si notano talvolta notevoli ed evidenti condizioni atletiche che saltano all'occhio con squadre che corrono come dannati dal primo minuto fino al triplice fischio dell'arbitro, mentre gli avversari già dall'inizio del secondo tempo dimostrano chiaramente una condizione atletica che peggiora vistosamente via via che l'incontro si avvia al termine.
Si vedono nei secondi tempi giocatori di una squadra che vanno a tutto gas mentre gli avversari tendono a...passeggiare per il campo: va bene, si dirà a questo punto, che evidentemente i primi, nella settimana hanno lavorato con impegno e partecipazione a svolgere quella preparazione che li porterà poi a primeggiare nelle fasiconclusive della partita con un rendimento molto superiore a quello dei loro awersari, determinando molto spesso il risultato della partita.
lo, vecchio tifoso della Fiorentina, ho visto spesso questa situazione seguendo la mia squadra e le assicuro non è molto piacevole vedere talvolta dissolversi il miraggio di una vittoria a causa di una preparazione atletica non all'altezza della situazione ed allora mi sovviene una riflessione. Non sarebbe meglio, anzichè lambiccarsi il cervello su tattiche, moduli di gioco, algoritmi su come si deve tirare una punizione o un corner, diagrammi e coordinate algebriche sullo svolgimento del gioco, dico non sarebbe meglio, che i nostri team tecnici delegati alla messa in campo della loro squadra mirassero e controllassero maggiormente la preparazione dei calciatori invece di lasciarla, magari in qualche caso, alle decisioni ed alle modalità scelte dal giocatore stesso?
Perche si avrà da dire tutto quello che si vuole ma al gioco del calcio vince (quasi sempre!) chi riesce a correre di più (e, magari, più velocemente) degli avversari.
Questa è la regola principale, poi viene tutto il resto e ricordandosi che si deve correre e non passeggiare, per tutta la durata della partital Mi sono forse perso qualche passaggio o il concetto è chiaro? E non sarebbe male che anche le società stesse si interessassero maggiormente a questo problemino.
Cordiali saluti, Piero Santerini
Carissimo Piero, rispondo con una considerazione, velata di malinconia.
Le preparazioni atletiche iniziano i primi giorni del mese di luglio e spesso dopo neanche una settimana vediamo squadre, senza un giocatore titolare, vuoi per le nazionali, vuoi per i recuperi dagli infortuni, partire per improbabili tourneè internazionali che portano soldi, ma che probabilmente ostacolano una buona preparazione atletica. E' questo il risultato del calcio moderno. Il profitto.
Così per accontentare il pubblico pagante, la piattaforma tv del momento compra anche le esclusive delle amichevoli estive, innescando un circolo vizioso di guadagni e ricavi, che costringe il calcio a scendere in campo ogni giorno. Per le tv, per gli sponsor, per gli scommettitori, per i partner commerciali. Forse non per il calcio, inteso così. Poi, che discorsi, chiunque adori questo sport lo vorrebbe vedere sempre. Sempre, però, al livello che gli compete.
Un caro saluto e a presto
Matteo Calì
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