di Christian Campigli - Sei mesi di attesa, di riunioni naufragate nel nulla di fatto, di rinvii a date da destinarsi per arrivare inesorabilmente al punto di partenza. Non c'è alcuna linea comune.
Almeno su un tema essenziale per il futuro del nostro territorio, l'aeroporto, tra Ubaldo Bocci, l'uomo designato per provare a portare al ballottaggio Dario Nardella a Firenze e Daniele Spada, il leghista che dovrebbe, nei sogni dei verdi, conquistare Prato. Quest'ultimo, in modo fin troppo candido, ha pubblicato sul proprio profilo Facebook una foto che lo ritrae alla manifestazione di oggi contro l'ampliamento dell'Amerigo Vespucci. “Il primo impegno da sindaco sarà incontrare i colleghi di Pistoia, Pisa e Firene per rivedere il piano dei collegamenti e dei trasporti. La questione dell'aeroporto passa anche dai collegamenti tra i principali centri. In Toscana gli equilibri sono cambiati”. Un concetto chiaro, lineare, che ricalca il primo pensiero di Susanna Ceccardi (poi cambiato in corsa su pressioni di Matteo Salvini in persona): lo scalo di Pisa basta e avanza, dobbiamo solo migliorare la linea ferroviaria. Magari realizzando dei treni ad hoc sul modello del Malpensa Express. Un'idea che metterebbe magicamente d'accordo gli ambientalisti e i residenti della provincia pisana e della Piana Fiorentina. Ma che è, indiscutibilmente, in palese contrasto con il programma di mister Azimut. Ubaldo Bocci ha dichiarato, giusto ieri, di voler concludere la stazione Foster della Tav (non esattamente un'idea geniale se al ballottaggio spera nei voti dei grillini) e soprattutto allargare la pista di atterraggio dello scalo fiorentino. E' mai possibile che due candidati sindaci della stessa parte politica, di due città confinanti, non riescano a comunicare? Perché i team di pensatori (giunti da Roma e Milano) dei prescelti del centro destra non si rendono conto che clamorosi scivoloni costeranno lo scranno più alto del proprio comune? In molti tra i simpatizzanti del centro destra, in questi mesi di interminabile attesa, speravano che il tempo tolto alla campagna elettorale fosse almeno servito ad scrivere un programma comune. Illusioni. Perché, come diceva Bobby Solo nel 1967 “Non c'è più niente da fare....è stato bello sognare...”.
Christian Campigli
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