Renzi e l'ordine a Nardella: "No alla Moschea all'ex Gonzaga". L'influenza dell'ex premier sulle scelte di Firenze

Che trovare uno spazio per la Moschea a Firenze fosse un problema, lo si era capito da tempo. In città vige la regola "va fatta, ma non vicino a casa mia", quindi ogni luogo utile per una collocazione futura diventa il posto "sbagliato". Così anche l'ex caserma Gonzaga individuata dal sindaco di Firenze Dario Nardella non va più bene.

E non basta che non vada bene al sindaco di Scandicci o ai residenti della zona, qua non va bene a "lui", a Matteo Renzi, ex primo cittadino di Firenze, ex presidente del Consiglio, ma per nulla 'ex' per quanto riguarda la cabina di regia fiorentina. Tutto passa dal suo "ok" e da quello dei suoi più stretti collaboratori che scelgono la linea da tenere. E stavolta sulla Moschea all'ex caserma Lupi di Toscana, l'uomo di Rignano sull'Arno ha fatto valere tutto il suo peso di ex premier, e lo ha fatto in un'intervista a La Nazione, usando parole che non lasciano troppo spazio all'immaginazione". 

"Sono convinto che in una grande città debba esserci una moschea – ha detto Renzi al quotidiano fiorentino – ma credo che per motivi giuridici e storici il posto migliore non sia quello individuato. Il Governo ha consegnato la caserma dei Lupi di Toscana a Firenze ma non per farci la moschea". Insomma, una bocciatura sonora per la decisione del sindaco, fedelissimo, amico e successore, Dario Nardella.

Una presa di posizione che non potrà che avere ripercussioni sulla leadership fiorentina del sindaco e su quella della città. Verrebbe da chiedersi come mai contano più le dichiarazioni di un ex sindaco ed ex presidente del Consiglio, piuttosto che scelte politiche di un'amministrazione comunale. Ma queste sono domande sciocche.