Nella lunga comunicazione al Consiglio Comunale di Firenze (in via telematica), il Sindaco Dario Nardella ha dedicato una larga parte al piano per rilanciare l'economia e superare la crisi causata dalla pandemia di Coronavirus.
Un piano a cui lavorare fin da subito per trovarsi pronti ad attuarlo appena ci saranno le condizioni.
Naturalmente il primo cittadino ha annunciato misure da attuare nell'immediato per aiutare chi si trova già in difficoltà: alle persone già seguite dai servizi sociali, lavoratori con forti decurtazioni del reddito, e gli 'invisibili' che vivevano di espedienti o con lavoro irregolare, saranno destinati gli oltre due milioni di euro che dal Governo arriveranno al Comune (i fondi ancora non sono disponibili, ma Palazzo Vecchio li anticiperà in attesa che giungano da Roma).
“Per tornare alla piena normalità serviranno molti mesi – ha detto Nardella illustrando le azioni da compiere quando l'emergenza sarà finita – essendo poi una pandemia globale dobbiamo immaginare che le relazioni internazionali e gli scambi produttivi saranno limitati ulteriormente per altri mesi; in Italia gli esperti stanno dicendo che siamo vicini al picco (di contagi, ndr), mentre altri paesi non lo sono ancora, e il nostro che è legato al turismo e all'export sarà inevitabilmente influenzato dalle decisioni di restrizioni che applicheranno i paesi che hanno scambi commerciali e turistici con il nostro”.
“Nessuno oggi può sapere precisamente a cosa andremo incontro nel prossimo futuro, però con un primo piano di previsioni che ad oggi sembra realistico possiamo immaginare per il Comune di Firenze un deficit tra i 110 e i 135 milioni di euro. Si tratta – ha precisato il Sindaco - ovviamente di una cifra da verificare e confermare, perché sono ancora troppe le variabili ad oggi indecifrabili. Questo deficit è calcolato come se non ci fosse alcun tipo di piano di salvataggio dei comuni né da parte del Governo, né dell'Unione Europea”.
“Non solo mancheranno le entrate preventivate, - ha proseguito - ma serviranno ulteriori risorse per rispondere a questa crisi oggettiva”.
Il Sindaco, anche grazie all'anticipo del fondo di solidarietà garantito dal Governo, ha sottolineato l'attuale situazione di solidità del Comune di Firenze, solidità che potrà essere garantita per qualche mese (così si potranno aiutare famiglie e imprese – il rinvio delle imposte locali che scadevano a marzo ed aprile, si tratta di circa 45 milioni di euro, al momento restano nelle disponibilità di chi era tenuto a versarle), inoltre, tranne le urgenti, l'Amministrazione ha bloccato in via cautelativa le spese correnti: “non si tratta di un taglio – ha sottolineato Nardella – ma di posticipare le spese differibili. In questo senso ho dato indicazione alla Giunta di non fare nessun tipo di manovra di bilancio, perché faremo di tutto affinché il bilancio possa essere salvaguardato il più possibile. Del resto non avrebbe senso farlo prima di sapere cosa faranno Regione e Governo per il nostro comune”.
Nardella chiede che la possibilità di indebitarsi (finanza in deficit) che si è data il Governo, sia estesa, in eguale misura, anche ai Comuni.
Per far ripartire l'economia Nardella richiede al Governo di intervenire con 4 punti che dovrebbero essere alla base del decreto di aprile:
Un fondo speciale di risorse aggiuntive 5 miliardi per i comuni italiani (nuovi finanziamenti, non anticipi di somme dovute come nel caso dei 4 miliardi del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione – FSC) per bilanciare le crisi finanziare dei comini italiani.
Un fondo speciale per le città a vocazione turistica come Firenze (che rispetto ad altri che non lo sono, soffrono più degli altri). “Quando le fabbriche riapriranno – ha spiegato Nardella – non è che un albergo da un giorno all'altro riempirà le sue camere”.
Liberare l'avanzo di bilancio vincolato di cui dispongono i comuni (in questo caso si tratterebbe di un anticipo di fondi stanziati).
La riduzione dell'accantonamento delle risorse del 'fondo crediti di dubbia esigibilità' di almeno il 30%. “I comuni hanno questi soldi, ma non possono spenderli. Liberandoli di almeno il 30% - ha spiegato Nardella – si avrebbero risorse che i comuni hanno accantonato”.
Gli ultimi due punti chiesti da Nardella per il Comune di Firenze “valgono 30 milioni di euro”.
Per disporre delle liquidità a supporto delle azioni da intraprendere, Nardella ha spiegato che Palazzo Vecchio (oltre alla sospensione già decretata dal Governo per le rate della Cassa Depositi e Prestiti) sta cercando di rinegoziare le rate dei mutui stipulati con Intesa San Paolo e vorrebbe fare altrettanto con la Banca Europea degli Investimenti. (Per il 2020 per Palazzo Vecchio si tratterebbe di circa 50 milioni di euro).
“Come ha detto l'ex presidente della BCE Mario Draghi – ha ricordato Nardella - è venuto il momento di misure straordinarie, perché siamo difronte a un bilancio di guerra, e in guerra si fa ricorso a misure inedite che l'Unione Europea non poteva prevedere. Occorre offrire liquidità alle aziende, alle imprese, alle famiglie e ai territori, per ottenere prestiti che possono essere restituiti sul lungo termine”. “O il Governo fa questi debiti e trasferisce le risorse ai comuni, o consente ai comuni stessi di far ricorso ad indebitamento, con piani di restituzione sul lungo periodo, che possa andare anche sulla spesa corrente per finanziare i nostri servizi. Così farebbe una famiglia in difficoltà – ha precisato Nardella –.”.
“Se i leader politici degli stati europei avranno almeno la metà del coraggio che hanno avuto i loro connazionali nel dopoguerra, che ha portato alla fondazione dell'UE dopo il disastro della seconda Guerra Mondiale, allora non devono perdere tempo: l'Europa faccia l'Europa comportandosi unita con senso di responsabilità”.
Il Sindaco ha rivolto un invito al senso di responsabilità anche alla politica fiorentina, affinché maggioranza ed opposizione lavorino assieme per uscire al meglio dalla crisi, ricordando che “non si può dire azzeriamo le tasse, senza però spiegare come si trovano le risorse”. In questa ottica Nardella ha chiesto a tutti i consiglieri comunali e i presidenti di quartiere di partecipare al un tavolo permanente con la Giunta. E riguardo a questo Nardella ha ribadito che “oggi più che mai le tasse non possono aumentare e allo stesso tempo vogliamo ottenere le risorse che il Governo deve dare ai comuni per farli sopravvivere”. (Il tavolo di lavoro è stato poi approvato dal voto dei consiglieri con la sola astensione di SPC).
La ripartenza e il 'Nuovo Rinascimento'- “Fin da oggi, in parallelo al lavoro per affrontare l'emergenza – ha detto Nardella – dobbiamo predisporre un piano, come mai è stato fatto prima nella storia di Firenze, per la ripartenza e rilancio della nostra economia, del nostro sistema sociale e territorio metropolitano. Ci aspetta un 'Nuovo Rinascimento', l'attesa sarà dura e lunga, ma ci dobbiamo preparare da ora, perché il giorno in cui potremo tornare alla normalità riacquisteremo tutta la nostra forza e forse lo saremo di più di prima dell'epidemia. L'impatto della pandemia durerà per lunghi mesi. Dovremo ripensare a molti aspetti del nostro vivere sociale, delle relazioni economiche, degli eventi, dobbiamo ripensare a un modello di vita individuale e collettivo. In questo senso ancora oggi dobbiamo fare qualche sacrificio, senza avere fretta di voler comportarci come se nulla fosse accaduto”.
In prospettiva futura chiediamo la “possibilità di poter utilizzare ancora l’attuale Regolamento urbanistico comunale che scade, il prossimo 3 giugno. Se infatti già avevamo iniziato il percorso per l’adozione del nuovo Piano operativo comunale e del Piano strutturale, con l’attuale situazione di emergenza abbiamo dovuto bloccare tale attività. Chiediamo pertanto alla Regione Toscana di voler prorogare la validità degli strumenti urbanistici comunali, per evitare di entrare nella situazione di 'salvaguardia', avendo così un ulteriore aggravio per la nostra città, bloccando i cantieri e perdendo molte occasioni di investimento e di lavoro legate all'edilizia non appena finirà la crisi”.
Per la ripartenza sarà necessaria una riflessione partecipata e un monitoraggio attento: “Ho intenzione – ha annunciato Nardella - di formare un gruppo di esperti che possa sostenere e aiutare il lavoro della nostra amministrazione di fronte ad una sfida così importante. Lo chiamerò ‘Un nuovo Rinascimento’. Economisti, scienziati sociali, sociologi, psicologi, abbiamo bisogno di alte professionalità con cui confrontare il nostro operato e valutare insieme la ripartenza. Innanzitutto per avere a disposizione una base dati sempre aggiornata sull’impatto sociale ed economico della pandemia e, quindi, per essere pronti ad intervenire con le giuste misure”.
“Dobbiamo affrontare l'emergenza di oggi avendo lo sguardo rivolto a domani – ha concluso Nardella – è una battaglia che dobbiamo vincere insieme. Dobbiamo essere capaci di dare conforto a tutti, trasformando debolezze e paure in un’energia inedita. Siamo nel cuore della battaglia e dobbiamo vincerla a tutti i costi”.
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