Sabato 14 marzo 2015, alle ore 17.00, si inaugura nella Sala del Basolato a Fiesole la mostra Francesco Colacicchi.
I luoghi e le cose, con una selezione di opere che documentano le fasi salienti della sua intera attività. L’esposizione é a cura di Barbara Cinelli, e sarà visitabile fino al 4 aprile, dal martedì alla domenica, dalle 11 alle 14 e dalle 17.30 alle 19.30.
Nato nel 1942 a Firenze in una famiglia di artisti, Colacicchi debutta con una personale nel 1965 alla Galleria Spinetti della sua città dove nel 1971 partecipa al Premio del Fiorino. Fino agli inizi del nuovo millennio espone con qualche regolarità in mostre personali in Italia e all’estero (Firenze, Galleria Il Punto, 1979; Londra, New Art Centre, 1981; Firenze, Libreria Idea Books, 1983; Fiesole, Piazza Mino 29, 1996; Parigi, Galeries photo Fnac, 2001). Ha poi scelto di lavorare esclusivamente per se stesso e per alcuni amici che gli sono vicini: ama infatti definirsi "dilettante” della pittura volendo con questo affermare la propria libertà da ogni condizionamento, sia delle mode che del mercato, libertà scelta ai tempi del Liceo quando decise di proseguire gli studi all'Accademia di Belle Arti per poi poter fare, come ha fatto per tre decenni, l'insegnante nei Licei Artistici di Lecce e di Firenze.
A distanza di oltre un decennio dalla mostra parigina del 2001 questa mostra assume dunque il significato di un rinnovato dialogo con il pubblico, e rilegge le opere di Francesco Colacicchi in accordo con la qualità più rara e più distintiva della sua poetica: il colloquio con quei luoghi e quegli oggetti che sollecitano il suo sguardo di pittore e la sua attitudine all’ascolto.
Sarà possibile seguire, come in un ideale viaggio tra amici, i percorsi dell’artista, che dalla sua casa di San Domenico, alle pendici di Fiesole, si inoltra nella campagna toscana verso l’Umbria e il Lazio, o immaginarlo nella partecipe scoperta di un territorio morfologicamente differente ma altrettanto intenso come la Sardegna, per giungere fino ai ricordi di un viaggio in Marocco, da dove Francesco Colacicchi tornava, anni orsono, con un prezioso carico di immagini dipinte, conservate nel silenzio delle stanze private fino a questa esposizione fiesolana che le rivela al pubblico per la prima volta.
Il medesimo sguardo che indaga i cieli e i poggi, le lagune e gli alberi, i rigogliosi cespugli di ginestre e oleandri, si sofferma, a volte, su piccoli oggetti che offrono il pretesto ai giochi di composizione e ai dialoghi tra i co lori e le forme: i quadri di Francesco Colacicchi, che su sfondi luminosi dispone frutti, bacche, fischietti di terracotta e piccoli vasi, ci narrano altri percorsi: forse più domestici ma non meno affascinanti.
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