E' iniziato oggi il processo sulla vicenda di Castello che vede indagati per corruzione sulla trasformazione urbanistica dei terreni a nord di Firenze gli ex assessori Graziano Cioni e Gianni Biagi e il il presidente di Fondiaria-SAI Salvatore Ligresti, oltre a dirigenti della Fondiaria e tecnici.
L'indagine è relativa allo sviluppo urbanistico dell'area di Castello, di proprietà della Fondiaria, individuata a suo tempo come sede dei futuri uffici di Regione e Provincia. Oggi in aula Matteo Renzi, allora Presidente della Provincia, chiamato a testimoniare ha dichiarato che la convenzione tra Comune e Fondiaria-Sai era contro le normali regole degli appalti, tanto che ''se si dovesse ripartire da oggi, è evidente che la cosa sarebbe azzerare gli atti e ripartire con una nuova convenzione'.
Ornella De Zordo, consigliere d'opposizione così commenta: “Il sindaco Renzi sostiene ora che la Convenzione con Ligresti firmata da Comune, Provincia e Regione può essere rivista se non addirittura azzerata. Si abbia allora il coraggio di farlo, visto che ci si balocca con i conti fino a parlare di “volumi zero” in un Piano strutturale che invece recepisce questa vecchia previsione, e la nostra Osservazione che chiedeva di cancellarla è stata bocciata. Si rimetta in discussione realmente una scelta sbagliata, per valutare finalmente le esigenze della città e della Piana, a partire da un non più rimandabile riequilibrio ambientale; e si cancelli per quanto possibile (l’obbrobrio della scuola carabinieri andrebbe demolito) quella sciagurata idea figlia della speculazione, della rendita e della sudditanza – vedremo quanto interessata – della politica agli affari del palazzinaro di turno.
Da tempo ripetiamo, in buona compagnia di illustri tecnici e urbanisti, che saturare l’area di Castello con 1 milione e mezzo di metri cubi è una scelleratezza, che diventa ancor più grave se si considera che in realtà a Firenze non serve niente di quel che si andrebbe a fare: uffici (quali?) alloggi privati a caro prezzo (per chi?). Non a caso - conclude la De Zordo - ci fu il tentativo quasi riuscito di forzare lo spostamento della sede della Provincia e della Regione, in modo da avere un committente sicuro e solvibile: le casse pubbliche, che con andazzi simili si sono ormai svuotate".
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