"La visita della Nazionale Italiana al Campo di Sterminio di Auschwitz e Birkenau e' un fatto storico. Un evento di grande rilevanza ed una risposta ferma e coraggiosa da parte di coloro che hanno ruoli di primo piano e titoli per far in modo che si prevengano rigurgiti xenofobi e razzisti negli stadi". Lo ha detto all'Agi Riccardo Pacifici, presidente della Comunita' Ebraica di Roma, commentando la visita della Nazionale di Calcio impegnata negli Europei, ad Auschwitz e Birkenau. "I nostri calciatori, usciranno da quel campo sentendosi diversi, guarderanno la vita in un altro modo. Succede a tutti - ha spiegato Pacifici - e succedera' anche a loro". "Questo e' un Paese dove, nonostante i provvedimenti adottati, gli episodi antisemiti e i cori razzisti continuano negli stadi. E non solo antisemiti - ha sottolineato Pacifici -. Ricordiamoci degli insulti rivolti ai giocatori di colore. Spesso c'e' stata condanna dal parte della societa' civile ma poco da parte di quella sportiva. E' onesto ricordare, per quanto riguarda la citta' di Roma, come un impegno contro il razzismo e antisemitismo sia venuto dalla famiglia Sensi, quando era alla guida della Roma Calcio che ha adottato iniziative con alcuni giocatori come testimonial. Un'altra iniziativa da lodare e' stata quella di far indossare ai calciatori di Roma e Lazio, in occasione del derby, magliette contro il razzismo e antisemitismo. Ma nonostante quella nobile azione, lo stadio ha sempre ritrovato quei comportamenti razzisti e antisemiti". Per Pacifici allora, "si vuole immaginare che la nostra Nazionale, in occasione di un evento con una attenzione mediatica cosi' importante come questo degli Europei di Calcio celebrato anche con la visita ad Aschwitz, segni il passo di un percorso importante e giusto. Il merito - ha sottolineato Pacifici, va anche al presidente della Federazione Italiana Maccabi, VIttorio Pavoncello, che e' con i calciatori al campo di sterminio e che ha lavorato tanti anni nelle categorie dilettantistiche nel mondo del calcio". -"La Federazione Italiana Giuoco Calcio con questo evento - ha detto ancora Pacifici -non fa una normale visita, compie un passo fondamentale. E si e' fatta accompagnare in questo percorso, dal Presidente delle Comunita' Ebraiche Renzo Gattegna, da Pavoncello e dallo storico Marcello Pezzetti, direttore del museo della shoa di Roma. Con i nostri calciatori - ha aggiunto ancora Pacifici - ci sono anche alcuni testimoni reduci da Auschwitz: Sami Modiano, Pietro Terracina, e una sopravvissuta che vive oggi in Israele, Hanna Weiss che ha voluto essere presente per raccontare agli atleti la sua esperienza". E "quando i giocatori che avranno avuto la possibilita' di ascoltare le parole dei sopravvissuti, usciranno da quel campo, credo che saranno atleti e uomini diversi. Questo accade a tutte le persone che vengono ad Auschwitz, accade ogni anno agli studenti delle scuole che visitano il campo. Chi entra li' - conclude Pacifici - esce poi da quei cancelli diverso e anche i calciatori, guarderanno la vita in un altro modo e forse potrebbero, una volta per tutte, usare la loro forza mediatica anche ribellandosi in campo contro i comportamenti antisemiti e razzisti, arrivando addirittura a fermare il gioco finche' non c'e' rispetto per il compagno insultato e terminano i cori. Sarebbe un grande segnale positivo".
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