"Non comprensibile ne' giustificata la proposta di commissariamento del Forteto": cosi' Legacoop e Confcooperative in una nota congiunta nella quale sostengono che "occorre tutelare il patrimonio industriale e di lavoro di un'importante realta' agricola e produttiva toscana". La proposta di commissariamento della cooperativa Il Forteto e' contenuta nella relazione conclusiva degli ispettori ministeriali inviati lo scorso aprile, su richiesta del Consiglio regionale toscano. "I rilievi posti sono di natura amministrativa e di scarsa entita', e possono essere affrontati e gestiti serenamente dall'attuale gruppo dirigente, che e' utile ricordare ha segnato un importante elemento di discontinuita' rispetto al passato", dicono il presidente di Legacoop Toscana Stefano Bassi e Stefano Meli presidente di Confcooperative Firenze-Prato. "Abbiamo condiviso la richiesta di intervento degli ispettori perche' l'esame potesse essere nel merito dell'attivita' e del funzionamento della cooperativa - spiegano Legacoop e Confcooperative - prendiamo atto della conclusione di un'attivita' ispettiva che peraltro rileva l'ottimo andamento della cooperativa e la validita' del suo attuale staff direttivo, e riconosce apertamente che la cooperativa e' solida, con bilanci in attivo, attivita' consolidate. Gli ispettori scrivono testualmente che 'la cooperativa agricola Il Forteto rappresenta al momento una solida e fiorente attivita' imprenditoriale operante nel settore agricole e fortemente radicata nel territorio', di cui 'si rileva la solidita' patrimoniale ed economica'. In questi mesi abbiamo sempre teso a distinguere e separare i destini e le responsabilita' di un'azienda cooperativa che da' lavoro a centinaia di persone, esporta prodotti di eccellenza toscani in tutto il mondo e che rappresenta u n solido punto di riferimento per tante piccole realta' agricole del Mugello e non solo, dalle responsabilita' penali di singole persone della Comunita'", dicono Bassi e Meli riferendosi alla vicenda del fondatore e 'guru' della comunita' il Forteto di Vicchio, Rodolfo Fiesoli, e altre 22 persone, rinviati a giudizio nell'inchiesta sulle violenze sessuali e maltrattamenti, che sarebbero stati inflitti agli ospiti della comunita', tra cui minori in affido.
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