Ieri la ACF Fiorentina ha presentato al Comune di Firenze lo studio di fattibilità per la realizzazione del nuovo stadio della squadra Viola nell'area Mercafir. La notizia è rimbalzata ovunque e subito si sono scatenati i commenti dei tifosi Gigliati che decenni sognano un impianto all'altezza. Inguaribili ottimisti ed eterni pessimisti hanno ipotizzato innumerevoli scenari.
Cerchiamo di fare un po' di chiarezza analizzando il comunicato della Società dei Della Valle.
La presentazione dello studio di fattibilità al comune interessato è il primo passo da compiere in base alla recente legge sugli impianti sportivi (che vede tra i promotori il Sindaco di Firenze, Dario Nardella) approvata a fine dicembre 2013 (all'interno della legge di stabilità) e coinvolge il soggetto che voglia realizzare un intervento di ammodernamento o di costruzione ex novo di un impianto sportivo.
La legge favorisce la semplificazione delle procedure amministrative per avere il via libera definitivo alla realizzazione delle opere, indicando i tempi massimi entro i quali devono procedere le Istituzioni all'approvazione.
Oltre all'impianto sportivo (nel caso della Fiorentina lo stadio), la legge prevede che si presentino (nello studio di fattibilità) le opere connesse che garantiscano l'equilibrio e la sostenibilità finanziaria del progetto. È possibile, in soldoni, edificare, ma con esclusione della realizzazione di nuovi complessi di edilizia residenziale (case). Nel comunicato ACF si legge “ACF Fiorentina manifesta comunque fin d’ora la propria disponibilità a presentare un nuovo studio di fattibilità qualora il Comune dovesse individuare un’area diversa da quella attualmente ipotizzata, purché idonea al raggiungimento degli obiettivi del progetto”. Questo passaggio fa supporre che le strutture da destinare ad attività commerciali e turistico-ricettive, con l'inserimento di spazi conferenze e museali connessi all'attività sportiva, non rispecchino i parametri indicati dal Comune di Firenze nel cosiddetto progetto Mercafir. Ad avvalorare l'ipotesi l'esplicito riferimento alla legge di cui sopra nella nota stampa diffusa ieri sera.
Quali sono i passaggi e i tempi per arrivare al via libera?
Stando alla legge, il comune, dopo la conferenza di servizi preliminare (il parere e le autorizzazioni di tutte le istituzioni coinvolte – Comune, Regione) convocata su richiesta scritta dell'interessato in ordine allo studio di fattibilità, se valuta positivamente la rispondenza, dichiara, entro novanta giorni dalla presentazione dello studio di fattibilità, il pubblico interesse della proposta, motivando l'eventuale mancato rispetto delle priorità al comma 305 della legge (ovvero la non ristrutturazione, ma la costruzione ex novo) ed eventualmente indicando le condizioni necessarie per ottenere i successivi atti di assenso sul progetto.
Una volta avuto questo assenso, il proponente può presentare al comune il progetto definitivo (comprendente le eventuali correzioni indicate dalle Istituzioni). Segue una conferenza di servizi decisoria (la prima riunione della conferenza dei servizi è convocata entro 30 giorni dalla data di indizione. Le decisioni vengono assunte a maggioranza. Nei casi in cui sia richiesta la valutazione di impatto ambientale – VIA - la conferenza di servizi si esprime dopo averla acquisita: la legge prevede che il termine per la definizione dei lavori della conferenza resti sospeso per un massimo di novanta giorni, fino all'acquisizione della pronuncia sulla compatibilità ambientale). In questo passaggio possono essere richieste al proponente modifiche al progetto strettamente necessarie, e poi il Comune decide in via definitiva sul progetto: non oltre i 120 giorni dalla presentazione dello stesso o 180 se il progetto prevede atti di competenza della Regione.
Se le istituzioni coinvolte non dovessero rispettare i tempi indicati, su richiesta del soggetto che presenta il progetto, il Governo (prima il Presidente del Consiglio, poi – in caso di ulteriore inadempienza – il Consiglio dei Ministri) assegna all'ente “ritardatario” termini ben precisi entro i quali esprimersi (non oltre i 120 giorni).
Una volta approvato il progetto in via definitiva (per il caso che riguarderebbe la Fiorentina, ovvero la costruzione di nuovi impianti su aree di proprietà non privata) si passa alla procedura di evidenza pubblica (il bando di gara per aggiudicarsi i lavori) da concludersi entro 90 giorni dalla sua approvazione. Alla gara è invitato anche chi propone il progetto. Se, nel caso del nuovo stadio di Firenze, la famiglia Della Valle (o la cordata di investitori da loro proposta) non dovesse aggiudicarsi il bando di gara, la legge prevede che si possa esercitare il diritto di prelazione (entro 15 giorni) e divenire aggiudicatario se si dichiara di assumere la migliore offerta presentata.
Il cammino per arrivare ad un eventuale inizio dei lavori è ancora lungo, ma ieri è stato fatto il primo passo concreto verso tale direzione. Dopo sfiancanti rinvii, vedremo, faremo e “semestri bianchi”, il Comune di Firenze ha ricevuto un documento. Finalmente la famiglia Della Valle è passata ai fatti: mettendoli nero su bianco.
Per il via libera saranno fondamentali le valutazioni delle opere connesse allo stadio (attività commerciali e turistico ricettive) per garantire la sostenibilità finanziaria del progetto e l'entità delle opere di compensazione urbana a scomputo degli oneri di urbanizzazione. In attesa di conoscere i dettagli, il pallone passa alle Istituzioni.
Donato Mongatti
Il sito d'Italia, quotidiano diffuso via internet. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale Civile di Firenze n.5811 del 29 dicembre 2010.
Copyright Il sito d'Italia, tutti i diritti e i contenuti sono proprietà de "Il sito d'Italia"
Edito da Dedalo Comunicazione Srl, P.Iva 02200130975 - Direttore Responsabile Leonardo Varasano
Realizzato da Exupery Comunicazione