Era un piccolo e astuto usuraio, protagonista di continui maneggi di denaro; anche quando si trovò a vestire i panni di procuratore giudiziale nel tribunale del podestà non esitò a rivelarsi, sotto mentite spoglie, uno speculatore finanziario, sfruttando le difficoltà economiche di un convento, il cui abate aveva fama di uomo lussurioso, dedito ai piaceri mondani e dissipatore: è questa l'immagine di Alighiero di Bellincione, padre di Dante Alighieri, che emerge da alcuni nuovi documenti che non solo confermano la sua attività usuraria, ma contribuiscono a precisarla, arricchendola di dettagli e sfumature. I documenti sono pubblicati nella nuova edizione del "Codice Diplomatico Dantesco" (Salerno Editrice) curato da Teresa De Robertis, Giuliano Milani, Laura Regnicoli e Stefano Zamponi. Si tratta di due pergamene conservate nell'Archivio Diocesano di Lucca che attestano la partecipazione di Alighiero di Bellincione, padre del Sommo Poeta, a un processo svoltosi a Firenze nel 1254 davanti al podestà, undici anni prima la nascita del figlio Dante. (Adnkronos)
Il Sito di Firenze è un quotidiano diffuso via internet da Il sito d'Italia. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale Civile di Firenze n.5811 del 29 dicembre 2010. Copyright Il sito d'Italia, tutti i diritti e i contenuti sono proprietà de "Il sito d'Italia" - Edito da Dedalo Comunicazione Srl, P.Iva 02200130975 - Direttore Responsabile Leonardo Varasano
Realizzato da Exupery Comunicazione