Zecche, probabilmente portate dai piccioni, nel carcere di Sollicciano. Lo segnala la Uil in una nota. «Speriamo vivamente che le competenti autorità del Provveditorato e del Dipartimento, nonché le autorità sanitarie locali - scrive Eugenio Sarno, segretario della Uil Pa Penitenziari che ha già informato del fatto le autorità -, si attivino con immediatezza per garantire le necessarie attività disinfestanti presso l'istituto penitenziario di Sollicciano in cui si è accertata una importante presenza di zecche dei piccioni».
«Raccogliamo e sosteniamo l'allarme lanciato dagli operatori giuridici - pedagogici di Sollicciano - sottolinea Sarno - che hanno direttamente rilevato la presenza di nidi, residui nidiacei e di escrementi di piccioni negli ambienti penitenziari tanto che si è dovuto procedere alla chiusura preventiva e cautelare per la disinfestazione di una sala colloqui ubicata presso l'infermeria del carcere. È del tutto evidente che in una situazione igienico - sanitaria già compromessa dal sovraffollamento ogni ulteriore elemento critico potrebbe far precipitare la situazione». Il problema dei volatili con il conseguente rischio sanitario, sottolinea la Uil - è piuttosto comune nei penitenziari d'Italia, come hanno potuto anche certificare le molte visite della UIL. «Nel corso delle nostre frequenti visite - prosegue Sarno - abbiamo più volte potuto appurare quanto sia devastante dal punto di vista sanitario l'ingombrante presenza di piccioni o volatili che stanziano e nidificano nelle strutture penitenziarie. Gli escrementi, i nidi, i residui, le carcasse sono fattori veicolanti non solo di parassiti quant'anche di pericolose patologie infettive (alcune contagiose e persino mortali) tra le quali ricordiamo Salmonellosi, Criptococcosi, Istoplasmosi, Ornitosi, Aspergillosi, Candidosi, Clamidosi, Coccidiosi, Encefalite, Tubercolosi. È necessario, quindi, non solo procedere a sistematiche disinfestazioni quanto prevedere un piano di contenimento delle presenze dei volatili infestanti».
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