La Fiorentina avrà prima o poi un impianto al passo coi tempi dove giocare le partite? Ad oggi, vigilia di Natale, sotto l'albero ci sono una serie di opzioni, ma niente di concreto.
Se si scartasse i pacchi con le varie ipotesi (Mercafir, ristrutturazione del Franchi, Campi Bisenzio o altre ubicazioni) ogni scatola rivelerebbe in dono al Presidente della Fiorentina Commisso caos e confusione.
L'apice dell'incertezza (per ora) è stato toccato ieri, con la conferenza stampa congiunta del Sindaco di Firenze Dario Nardella e il Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, Andrea Pessina che ha smentito quanto affermato alcuni minuti prima dal Primo cittadino.
Per Nardella il Franchi non è un bene del Comune che si può vendere a un privato. Non per il Soprintendente che, nella stessa conferenza stampa, ha sostenuto l'esatto contrario.
Pessina in ogni modo ha precisato che l'eventuale vendita a un privato non farebbe cambiare niente in merito ai vincoli e alla tutela alla quale è e resterebbe sottoposto l'impianto di Campo di Marte.
Ipotizziamo che il patron della Fiorentina decidesse di valutare l'opzione acquisto e ristrutturazione dell'opera di Nervi. Sicuramente non comprerebbe a scatola chiusa, ma prima di versare moneta sonante per diventare proprietario dell'immobile dovrebbe spendere per farsi fare un progetto che definisse esattamente la natura degli interventi di ristrutturazione da sottoporre al parere della Soprintendenza. Dopodiché, una volta ottenuto l'ok o apportare le modifiche al progetto su indicazione della Soprintendenza, attendere il via libera per la compravendita. Un percorso indubbiamente lungo (basta guardare i tempi che ci sono voluti all'Atalanta per entrare in possesso dello stadio di Bergamo). Quanto converrebbe investire su una struttura, che rispetto ad una edificata ex novo, resterebbe sempre gravata dai vincoli? Può una ristrutturazione generare gli stessi utili di una nuova cittadella viola? I residenti di Campo di Marte sarebbero felici di continuare a subire i disagi in occasione delle partite e, seppur in forma decisamente minore, anche i flussi di utenti che quotidianamente frequenterebbero le attività che verrebbero realizzate dentro lo stadio che resterebbero attive 7 giorni su 7? Nuovi parcheggi forse potrebbero mitigare l'ulteriore aggravio, ma certo la zona non sarebbe raggiunta col teletrasporto e la viabilità che conduce al Campo di Marte ha limiti difficilmente migliorabili.
L'incertezza regna sovrana ed ogni giorno che passa il 'fast, fast, fast' di Commisso si allontana. Ogni opzione ipotizzata fino ad oggi presenta ostacoli che non possono far determinare tempi certi.
Eppure il Sindaco Nardella ieri ha ribadito che a gennaio Palazzo Vecchio pubblicherà il bando per la vendita dell'area Mercafir. Là c'è una variante urbanistica in essere che consente di realizzare lo stadio e 30.500 metri quadrati di strutture connesse (commerciale, direzionale e turistico-ricettivo). Ma i 24 mesi per consegnarla nelle mani di chi la dovesse comprare per 22 milioni di euro (liberata dai magazzini del centro alimentare polivalente che dovrebbe essere riqualificato a nord della stessa) saranno rispettati? Ad ottobre, in occasione di una conferenza stampa dove fu manifestata la volontà del Comune di alienare l'area sud della Mercafir destinata alla Cittadella viola, fu detto che in caso di ritardo (rispetto ai 24 mesi da una formale manifestazione d'interesse all'iniziativa) sarebbero state previste delle penali in favore del soggetto che si fosse aggiudicato i terreni. Fu detto, ma finché questa possibilità non sarà messa nero su bianco negli atti (ovvero all'interno del bando pubblico di alienazione del comparto sud), non si potranno quantificare i vantaggi per il compratore e il danno per i Comune che non rispetta i tempi.
Intanto, a seguito del teatrino andato in scena ieri in Palazzo Vecchio, l'opposizione attacca l'Amministrazione da destra e da sinistra. “Continuiamo a non avere certezze sul futuro dello stadio Artemio Franchi mentre sulla vendita dei terreni della Mercafir, dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto, il prezzo appare fuori mercato.
Il sindaco Nardella parlando oggi sul futuro del Franchi – hanno commentato ieri i consiglieri della Lega in Consiglio comunale – è stato smentito dal Soprintendente. Prima afferma che il Franchi non può essere venduto ad un privato ma, poco dopo, il dottor Pessina replica che lo si può vendere se viene presentato un progetto migliorativo che possa comprendere la copertura, la realizzazione di ascensori e quant'altro in senso migliorativo.
Il pasticcio sulla Fiorentina si allarga al futuro dei terreni dove sorge la Mercafir. La valutazione fatta dalla società Praxi, 22 milioni totali (9,9 per lo stadio e 12,1 per le attività commerciali e turistico-recettive) non è certo una cifra che invoglia la nuova proprietà della Fiorentina.
Una cifra spropositata che, con ogni probabilità, farà tramontare qualsiasi ipotesi di un nuovo stadio sul territorio comunale. A ben pensarci – concludono i consiglieri della Lega Salvini Premier – la stessa cifra potrebbe essere usata per vendere il Franchi a Rocco Commisso, dato che il soprintendete Pessina ha detto che è possibile farlo, e dare l'opportunità al nuovo proprietario di effettuare tutte le migliorie per rendere l'impianto del Campo di Marte funzionale”.
“Un consiglio importante sul bilancio – fanno eco Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune – interrotto per ascoltare parole vaghe e confuse sul futuro del Franchi. Il Sindaco smentito dal Soprintendente sul fatto che lo stadio della Fiorentina non possa essere venduto a un privato è solo l'ennesima brutta figura in questo pasticcio collegato al futuro della Fiorentina. Noi abbiamo a cuore il futuro di Mercafir e della squadra sportiva. Per questo ci eravamo opposti a una variante urbanistica votata 'al buio'. Ci siamo sentiti rispondere in modo innervosito anche al question time dedicato al tema, quando ormai è evidente l'assenza di progetti sul tema stadio. Il caos al governo della città deve finire. E il Franchi – sostengono Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - deve rimanere pubblico. Ci siamo espressi contro anche al passaggio di stadio pubblico-privato a Novoli, figuriamoci per un bene pubblico come il Franchi”.
La conferenza stampa di ieri di Nardella e Pessina sarebbe dovuta servire per annunciare l'intenzione di Palazzo Vecchio di avviare un percorso condiviso con la cittadinanza per riqualificare il Franchi in caso di costruzione di un nuovo impianto.
"Il nostro obiettivo - ha spiegato inoltre Nardella - è che il Franchi rimanga un luogo vissuto anche più di come è utilizzato oggi, un progetto che vada in parallelo col nuovo stadio della Mercafir”. “Nel mese di febbraio, d'accordo col quartiere, apriremo un forum pubblico diviso in due parti - ha detto ancora Nardella -. Una prima parte sarà aperta ai massimi esperti a livello nazionale di impianti sportivi e architettura e urbanistica, è mia intenzione invitare il ministro dei beni culturali. La seconda parte sarà un coinvolgimento di tutta la cittadinanza perché sia una grande occasione di confronto”.
Mimma Dardano, capogruppo lista Nardella, sul tema dello stadio e in merito alle dichiarazioni delle opposizioni in Palazzo Vecchio, sposta il tiro tentando di riportare la discussione sull'oggetto della conferenza di ieri. “Quello intrapreso sul Franchi dall’amministrazione – ha dichiarato Dardano - è il percorso giusto per valorizzare come merita un luogo giustamente nel cuore dei fiorentini, un pezzo cruciale della nostra città. E per quanto riguarda l’area Mercafir si sta lavorando verso l’obiettivo che ci siamo posti da tempo, nel modo più adeguato e con gli strumenti più corretti. Spiace che le opposizioni colgano sempre l’occasione per fare le solite polemiche sterili che non conducono a nulla. Da parte nostra pieno sostegno al lavoro dell’amministrazione illustrato anche oggi dal sindaco. Cruciale inoltre l’aspetto della partecipazione, sia per quanto riguarda esperti del settore sia per quanto riguarda il coinvolgimento della cittadinanza, nel futuro del Franchi. Obiettivo di tutti è – ha concluso – da una parte quello di dare un nuovo stadio alla città, dall’altra far sì che il Franchi venga tutelato, ne venga garantita la più totale fruibilità e venga deciso assieme alla città quale sia il modo migliore per tenere viva, vivibile e vissuta una struttura fondamentale”.
Pessina, durante l'incontro di ieri, ha ribadito l'impossibilità di effettuare “estese demolizioni” del Franchi. A prescindere da dove giocherà in futuro la Fiorentina, quello che rischia di essere demolito sono i sogni dei tifosi viola e la volontà del presidente del Club gigliato Rocco Commisso.
Donato Mongatti
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