"Mi hanno chiamato da tantissimi posti, quasi ovunque mi offrivano più anni di contratto e più soldi ma al cuore non si comanda, si segue quell'istinto lì. Da quando ho saputo che non avrei rinnovato il contratto con l'Inter ho sempre saputo che la mia opzione sarebbe stata: o qua, o qua".
Lo ha detto, in occasione della conferenza di presentazione allo stadio Franchi di Firenze, centrocampista spagnolo Borja Valero, appena tornato a vestire la maglia viola dopo aver trascorso le ultime tre stagioni all'Inter.
"Per venire qua – ha spiegato il classe 1985 - si è parlato di tante cose, in primis di quello che posso dare come giocatore, perché so di poter dare tanto in campo e mi allenerò come un bambino per farlo vedere al mister, poi sarà un problema suo. Poi ovviamente per la mia esperienza credo di poter dare una mano alle persone che arrivano da fuori o magari ai più giovani. Penso di poter dare molto in questo senso, dopo ovviamente vedremo, oggi me la sento ancora di giocare e non ho ancora pensato al futuro al di là del calcio".
“Qui – ha aggiunto - sarò un giocatore della squadra e voglio guadagnarmi il rispetto della gente non per quello che ho fatto ma per quello che farò. Sono convinto al 100% di poter essere un giocatore utile per la Fiorentina. Nel periodo in cui sono stato a Firenze la prima volta ci fu una rivoluzione, tantissimi giocatori nuovi, ma anche le altre squadre come quelle di Milano non erano al loro massimo livello e noi ne abbiamo approfittato. Peccato che non c'era il quarto posto per la Champions perché l'avremo giocata tanti anni".
Sulla sua posizione in campo Borja Valero ha spiegato che "Negli scorsi anni all'Inter ho giocato da regista a due, l'ho fatto tante volte ed è un ruolo che posso fare perfettamente. Poi starà al mister decidere se devo giocare e in quale ruolo. A centrocampo c'è tantissima competizione e farà la differenza, quando c'è competizione ci si allena meglio durante la settimana e la domenica saliremo ad un livello ancora più alto grazie a questo". Poi un elogio al talento di Federico Chiesa e alla classe di Franck Ribery. "Quando me ne andai da Firenze Federico era un bambino, ma già si vedeva che aveva grandi potenzialità. Nel periodo più difficile l'ultimo anno alla Fiorentina, quando non riuscivamo ad uscire dal buco nero, lui era lì a darci una mano ed è stato prezioso. Mi auguro che possa avere un grande futuro nel calcio perché il potenziale lo ha. Allenarsi accanto a campioni come Franck Ribery può solo aiutarlo ad imparare ed è quello che farò anch'io a 35 anni".
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