Ubaldo Bocci si è presentato alla convention '#Orafirenze - Ubaldo Bocci Sindaco', alla presenza dei vertici locali dei tre partiti che lo sostengono (Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia) e dei rappresentanti delle liste civiche Lista Civica Firenze, Popolari e Liberali, e Firenze in Movimento.
Presso il Conference Florentia Hotel, il candidato sindaco per il centrodestra ha sottolineato la necessità di cambiamento “dopo anni e anni in cui a Firenze si è autoriprodotto lo stesso sistema di potere. Serve aria nuova a Palazzo Vecchio – ha spiegato Ubaldo Bocci alla platea – e solo questo largo centrodestra di popolo può apportarla”. “Questa è la differenza tra noi e loro: loro hanno la paura di perdere il potere, noi abbiamo la speranza di cambiare. La democrazia stessa vive di cambiamento e di alternanza: voltare finalmente pagina è ormai una necessità vitale della città”. “Firenze è stanca dei soliti giochi, equilibri, degli amici degli amici, delle solite cose che si ripetono da decenni. Firenze – ha sostenuto Bocci – ha vissuto da sempre una 'monarchia elettorale'. Basta col sindaco calato dall'alto e dal sindaco uscente (Renzi, ndr) che dice 'devo andare un attimo a Roma e lui (Nardella, ndr) sarà il mio successore'”.
“Noi – ha detto Bocci ipotizzando un successo – non siamo i barbari che arrivano e fanno piazza pulita, ma gente normale che vuole che questa città sia governata da persone brave, capaci e competenti. Di 'merito' – ha poi aggiunto – questa città ha perso proprio l'idea, non sa cosa significa”.
I sostenitori di Bocci hanno origini e storie diverse, ma per il candidato del centrodestra si tratta di una coalizione che “ha lasciato da parte le differenze e ha messo insieme le cose che ci uniscono”. Questa per Bocci è la forza di chi lo sostiene ed ha riconosciuto il passo indietro di Paolo Marcheschi che si era candidato per Fratelli d'Italia. Giovanni Galli, presente in platea, è stato proposto come capolista della coalizione tra gli applausi dei presenti.
Ubaldo Bocci ha poi elencato ciò che secondo lui significherebbe per Firenze passare da un'amministrazione di centrosinistra ad una di centrodestra: “Non è una battaglia ideologica, ma una battaglia fra il vecchio e il nuovo, fra conservazione e progresso, fra passato e futuro, una battaglia fra abitudini e voglia di cambiare”.
Bocci ha affrontato il tema delle infrastrutture cittadine: aeroporto, alta velocità e svincolo autostradale, ricordando che egione, provincia, città Metropolitana e sindaci della Piana sono sempre stati del solito colore: “In tutti questi anni – si è interrogato Bocci – cosa hanno fatto per l'aeroporto?”.
Per il 26 di maggio e l'eventuale ballottaggio Bocci auspica che chi lo sostiene si sforzi di convincere ad andare a votare chi solitamente si astiene, confidando che una larga maggioranza sia potenziale elettore della coalizione. Le anime che la compongono hanno superato le divisioni per fare “casa comune”. “Questo è il segnale bello – ha detto Bocci – il segnale di persone che vogliono cambiare Firenze. Il primo cambiamento lo abbiamo fatto dentro di noi: ognuno di noi ha fatto un passo indietro perché tutti si potesse fare un passo avanti. Questi sono i segnali più credibili. Si cambia se ognuno è disposto a perdere qualcosa di sé e metterlo al bene comune degli altri”. “Non abbiamo bisogno della politica per vivere – ha concluso Bocci – la politica ha bisogno di gente perbene che cambi questa politica”.
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