Lo scorso 14 luglio in Toscana si è registrato il minor numero di pazienti positivi al Coronavirus: 311 in totale, suddivisi in 301 in isolamento domiciliare, 8 ricoverati in ospedale in reparto e 2 in terapia intensiva.
Da metà luglio è ripreso l'aumento dei contagi ed oggi, 22 settembre, con i 74 nuovi casi, si registrano 3.058 attualmente positivi, suddivisi in 2.939 a casa, 98 in reparto e 21 in terapia intensiva.
Sostanzialmente i soggetti noti affetti dal virus in poco più di due mesi sono aumentati di dieci volte.
Facendo un paragone con positività analoghe (circa 3.000 casi), toccate nella prima fase della pandemia e durante il lockdown, emerge una evidente differenza tra coloro che hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere e chi ha trascorso la degenza presso il proprio domicilio.
Il 15 maggio scorso in Toscana i positivi erano 3.168, dei quali 2.863 i isolamento domiciliare; 238 presso i reparti dei nosocomi e 67 in terapia intensiva.
Il 27 marzo dei 3.170 “attualmente positivi” 1.843 erano in isolamento domiciliare, 1.053 in reparto e 274 in terapia intensiva.
Lo scoppio dell'epidemia, la fase di decrescita dopo il picco raggiunto in aprile, seguito dal numero minimo di casi di metà luglio e la nuova crescita segnano - con numeri di positivi simili - una progressiva diminuzione di pazienti “ospedalizzati” e dei decessi.
I motivi sono principalmente i seguenti.
Nella prima fase dell'emergenza e l'aumento esponenziale di casi noti, il riscontro del virus avveniva principalmente su soggetti che presentavano sintomi riconducibili al Covid-19 e che a seguito dei tamponi poi ne risultavano realmente affetti. Col trascorrere delle settimane, oltre alla verifica della positività su pazienti sintomatici, progressivamente, si è andati sempre più a “cercare” l'eventuale presenza del virus aumentando il numero di tamponi quotidiani su persone che potevano essere state in contatto con individui malati, tant'è che tra i positivi sono cresciuti i cosiddetti asintomatici o paucisintomatici. L'età media dei nuovi casi, infatti, si è abbassata e questo garantisce una migliore risposta fisica per combattere il virus con meno aggravio per le strutture sanitarie.
Più aumenteranno i positivi e più crescerà il rischio che siano contagiati anche gli anziani e i soggetti con patologie pregresse.
In questi giorni gli affetti al Coronavirus da “effetto vacanze” sono in flessione. Tra un paio di settimane inizierà a definirsi il quadro dell'effetto “apertura delle scuole”.
Per evitare un nuovo affollamento degli ospedali occorrerà continuare a rispettare scrupolosamente le norme di prevenzione dal contagio.
Donato Mongatti
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