Covid: in Toscana dati settimanali cresciuti di quasi sette volte

In Toscana nella settimana mobile che va dal venerdì al giovedì successivo, rispetto ai minimi toccati nel periodo 25 giugno – 1 luglio 2021, i casi di positività al Coronavirus sono cresciuti di quasi sette volte (da 270 registrati tra il 25 giugno e il 1 luglio siamo passati ai 1.805 riscontrati dal 16 luglio ad oggi, giovedì 22).

Nell'area della Città Metropolitana di Firenze i numeri sono ancora peggiori: dagli 81 casi tra il 25/6 e il 1/7, nella settimana mobile appena chiusa siamo saliti a 595, registrando un balzo di oltre sette volte.

Questi numeri porterebbero la nostra regione a sfiorare il limite per passare in zona gialla, mentre la Città Metropolitana di Firenze, in attesa delle nuove disposizioni del Governo, sarebbe già ampiamente da area gialla.

L'impennata di casi, che riguarda tutto il Paese, ad oggi non si è ripercossa in un parallelo aumento delle persone in cura negli ospedali (nei reparti Covid e terapie intensive). In particolare in Toscana lo scorso 13 luglio si è toccato il numero minimo di pazienti ricoverati nei reparti con 57, mentre oggi siamo risaliti a 77 e per quanto riguarda le terapie intensive prosegue la decrescita: il 13 luglio erano 15 ed oggi sono 13.

È bene ricordare, però, che le ondate epidemiche seguono un andamento ben preciso: prima crescono i positivi che non necessitano di cure particolari, poi aumentano i ricoveri in ospedale ed infine aumentano i decessi. Oggi in Toscana si contano 2.917 attualmente positivi, di cui 2.827 sono in isolamento a casa poiché o sono asintomatici o non necessitano di particolari cure; lo scorso 7 luglio gli attualmente positivi erano 1.440 (meno della metà degli attuali) e di questi 1.354 erano in isolamento domiciliare.

In quest'ultima ondata (generata dalla cosiddetta variante delta) abbiamo un'arma in più: i vaccini. Una larga copertura dei soggetti più a rischio (con prima e seconda dose) rallenterà la crescita del numero di soggetti che dovranno ricorrere alle cure nei nosocomi, ma è altrettanto necessario arrestare la circolazione del virus proteggendo anche coloro che fisicamente possono sopportare meglio la malattia o addirittura risultano asintomatici.

Donato Mongatti