In tempi di crisi è necessario reinventarsi. Il posto fisso è un miraggio, i clienti non pagano, il mercato è saturo, di soldi ne girano pochi. Nasce, quindi, un nuovo mestiere: la vittima. L’idea è brillante, non c’è che dire, e proviene da una rispettabile, quanto autorevole…terrorista. Già, una terrorista pluriomicida. La brigatista rossa Barbara Balzerani. Sicuramente risolverà tanti problemi di occupazione, del resto lei di lavoro se ne intende, lotta da una vita per il popolo dispensando morte e dolore, senza risparmiarsi.
Sara - questo il suo nome di battaglia - vanta un curriculum di terrore rivoluzionario degno delle “purghe” del compagno Stalin. La Balzerani, per liberarci dalle catene del sistema, ha ritenuto doveroso mandare diverse persone innocenti - tra cui Aldo Moro e Lando Conti - all’altro mondo. Del resto erano rei di vivere una banale esistenza borghese, come non darle ragione. Venticinque anni trascorsi in carcere a carico dei contribuenti (compagni proletari compresi) senza mai un cedimento, un rimorso, un gesto di umanità, un ripensamento. Del resto si trattava di nemici del popolo, lei, invece, del popolo è amica. Lotta per noi. Come al momento mi sfugge; vi informerò, nel caso un giorno, chissà, trovassi una risposta.
La vittima, dicevamo, è il mestiere del futuro. La perla di saggezza rivoluzionaria è stata stillata durante una imperdibile presentazione del suo capolavoro letterario “L’ho sempre saputo”, tenutasi nel Centro Popolare Autogestito di Firenze Sud. Un immobile requisito da anni al bieco nemico capitalista, allo schiavo del vile istituto della proprietà privata; occupato abusivamente, insomma.
Credo che l’illuminante esternazione della paladina rossa, meriti di essere riportata integralmente: “Qui c’è veramente una cosa che è passata in questo Paese che ci riporta altro che alle caverne, ci riporta ad un livello insopportabile, c’è una figura, la vittima, che è diventata un mestiere. Qui c’è questa figura stramba, per cui la vittima ha il monopolio della parola, non dico non abbiano diritto a dire la loro, ci mancherebbe, ma non è che la storia la puoi fare te”.
Un livello davvero insopportabile, da epoca della pietra, sti bastardi. Crepano e vorrebbero anche essere vittime. Incredibile. Ecco, detto questo, saresti così cortese da spiegare a noi poveri borghesucci come fa un essere umano, a cui ti sei arrogata il diritto di togliere la vita, a svolgere il mestiere che tanto di indigna, se lo hai relegato sotto terra?
Il comunismo è il più grande fallimento del ‘900, un ideale la cui applicazione si può sintetizzare in tre parole: morte, miseria, disperazione. Parole che ben definiscono anche quello che del tuo ricordo rimarrà, cara compagna.
Paolo Sebastiani, avvocato (nessuno è perfetto!), accanito bibliofilo, ama la Storia che approfondisce con Winston, il suo bulldog inglese. Collabora con il quotidiano La Verità.
Il Sito di Firenze è un quotidiano diffuso via internet da Il sito d'Italia. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale Civile di Firenze n.5811 del 29 dicembre 2010. Copyright Il sito d'Italia, tutti i diritti e i contenuti sono proprietà de "Il sito d'Italia" - Edito da Dedalo Comunicazione Srl, P.Iva 02200130975 - Direttore: Matteo Calì
Realizzato da Exupery Comunicazione