“La Fiorentina è disponibile a fare la ristrutturazione del Franchi se si demoliscono le curve. Mi pare di capire che non ci sono le condizioni per demolire le curve, la Soprintendenza è stata molto disponibile a valutare ogni aspetto, ma mi pare che crescano sempre di più le possibilità che lo stadio si faccia alla Mercafir”.
Sono le parole del Sindaco di Firenze Dario Nardella che oggi pomeriggio (in occasione di un dibattito pubblico alle Pavoniere) ha messo una pietra tombale sull'ipotesi di ristrutturazione dell'Artemio Franchi.
Rocco Commisso, nuovo proprietario della Società Viola vuole regalare alla città un impianto moderno e funzionale, ma le ipotesi di intervento radicale sullo stadio di Campo di Marte, come tra l'altro abbiamo sempre sostenuto su questo giornale, appaiono non percorribili a causa dei vincoli delle Belle Arti sulla struttura e di ubicazione della stessa.
Sul piatto restano due strade: lo stadio alla Mercafir (sul quale è già in essere una variante urbanistica che prevede la nuova casa dei tifosi viola) e Campi Bisenzio (con i 30 ettari su cui la precedente proprietà del Club viola ha un'opzione di acquisto con la famiglia Casini, proprietaria dei lotti, che scade ad ottobre).
Una via, quella di Campi Bisenzio, che Nardella esclude a priori: “È un'ipotesi che non esiste – ha detto il primo cittadino di Firenze parlando coi giornalisti a margine del dibattito alle Pavoniere – non si può costruire la 'Grande Firenze' con la strategia del carciofo, sfogliandolo un pezzetto alla volta. O si parla di sviluppo complessivo, e allora mi devi accettare anche il termovalorizzatore, l'aeroporto e allora magari si può ragionare anche sullo stadio, ma se si dice che non si vuole le infrastrutture, non si vuole la cementificazione e poi si vuole lo stadio, allora c'è qualcosa che non mi torna. Bisogna affrontare le questioni – ha spiegato Nardella - a trecentosessanta gradi”. “Ho già parlato con la proprietà della Fiorentina – ha chiosato Nardella – questa ipotesi dello stadio a Campi Bisenzio non è mai esistita e non esiste”.
Di diverso parere il Sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi, che dal palco del dibattito ha precisato: “La nostra posizione sull'argomento, come ho avuto modo di dire le volte che sono stato interpellato dalla stampa, è che il Comune di Campi Bisenzio rispetta nella maniera più assoluta l'iter che il Comune di Firenze sta facendo per dotare la Società viola delle strutture necessarie per fare il salto di qualità. Sappiamo benissimo – ha detto Fossi – cosa significa avere oggi uno stadio all'altezza dei tempi, non solo in termini di competitività sportiva, ma anche da un punto di vista economico. In una visione più ampia di una città grande (metropolitana, ndr) dico che se ci sono le condizioni per farlo a Firenze benissimo, ma se queste condizioni non ci sono è chiaro che delle aree possibili disponibili (per ospitare un nuovo stadio, ndr) è più semplice trovarle in alcune realtà che fanno parte della cintura urbana di Firenze, e Campi Bisenzio è una di queste”. Per Fossi realizzare lo stadio a Campi potrebbe segnare una svolta epocale nei rapporti tra i comuni, perché il nuovo impianto in futuro potrebbe generare uno sviluppo di funzioni sportive come è accaduto negli anni successivi alla costruzione del Franchi al Campo di Marte. “Se riteniamo di avere una visione più ampia che va oltre il capoluogo che tiene insieme anche i comuni limitrofi, allora – ha affermato Fossi – può essere naturale collocare uno stadio a un chilometro di distanza da Firenze”. “Su quell'area di 30 ettari, che ha in corso una variazione di destinazione che le consentirebbe recepire funzioni di questo genere (stadio e impianti sportivi, ndr), la Fiorentina ha un'opzione di acquisto, quindi io non parlo di cose fantasiose. Ho detto che quell'area potenzialmente potrebbe accoglierle quelle funzioni: cos'è questo lesa maestà? Offendere la dignità istituzionale di qualcuno? No, è fare un ragionamento che segue il discorso che stiamo facendo oggi (il dibattito si intitolava “La Grande Firenze”, ndr): massimo rispetto e collaborazione tra le istituzioni facendo un salto di qualità nella concezione dei rapporti e dalla visione del territorio, sia nella collocazione di funzioni 'scomode', ma anche di funzioni di pregio e qualificanti. Così – ha concluso Emiliano Fossi – si fa il salto di qualità, così si diventa 'Grande Firenze'”.
Nella foto: il dibattito organizzato all'interno del Congresso della Federazione provinciale Socialista di Firenze con Dario Nardella, Emiliano Fossi e il Senatore Riccardo Nencini (Presidente del consiglio nazionale del PSI). Moderatore dell'incontro il giornalista del Corriere Fiorentino Marzio Fatucchi.
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