Bersani alla fine ha deciso, ha sfilato accanto alla Camusso "Certo che ci sarò ci saremo con tutti quelli che criticano questa manovra, comprendiamo bene le ragioni dello sciopero". Ma la spaccatura interna è fin troppo evidente con il palese dissenso di esponenti del calibro di Beppe Fioroni, deputato, di Stefano Fassina, coordinatore delle commissioni economiche del Pd alla Camera del senatore Franco Marini, di Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del Pd alla Camera e poi ancora del senatore Marco Follini, e altri se ne potrebbero elencare. Ma anche solo restando alle piazze di casa nostra, la musica non cambia e fare la conta non è poi così difficile. "Cari amici, cari compagni, lavoratori, cari toscani", così è iniziato il discorso del governatore Enrico Rossi intervenuto a suggellare la manifestazione Cgil contro la manovra del Governo Berlusconi "incapace - continua Rossi - di fare una manovra seria, e che ha già cambiato tante volte". "Una manovra non può prescindere dal consenso dei lavoratori", continua il Presidente che durante il suo intervento in piazza Santa Maria Novella, cita l'articolo 18 e il licenziamento senza giusta causa che da questo provvedimento sarebbe messo in discussione e poi la questione del trasporto pubblico locale sempre più pesantemente colpito, quindi la mannaia sui contributi sociali. Il governatore promette una costante battaglia politica. Giovani, anziani e lavoro precario, questi i fronti su cui la Regione Toscana e il presidente scelgono nonostante tutto di impegnarsi. "Una manovra - questa - che ha un segno di classe" così la definisce Rossi che alla fine conclude tra gli apllausi "bisogna cacciare questo Governo!". Chi del Pd locale ha aderito alla manifestazione, oltre a Rossi, sono stati il presidente provinciale Andrea Barducci e il segretario regionale Andrea Manciulli. Della Giunta di Palazzo Vecchio, a maggioranza Pd, invece non c'era nessuno, fatta eccezione per l'assessore Massimo Mattei. D'altronde il giudizio del sindaco Renzi sullo sciopero era stato netto "E' sbagliato per il Pd, come partito, aderire allo sciopero indetto dalla Cgil. Non capisco chi corre ad aderire allo sciopero di un sindacato: il partito politico non deve aderire ma fare delle proposte. Il compito del politico non è quello di stare nelle piazze ma quello di dire quali idee concrete si hanno per il Paese". Chi invece della maggioranza era in piazza è sicuramente l'onorevole nonchè consigliera Tea Albini "Condivido pienamente le ragioni che hanno spinto la CGIL a proclamare lo sciopero generale contro la manovra economica del Governo. La manovra - continua Albini- è socialmente iniqua, priva di azioni che spingano alla ripresa economica, contestata dai Comuni, dalle Regioni, dalle associazioni degli imprenditori e dei lavoratori, dal movimento cooperativo ed è ritenuta insufficiente dagli organismi europei, attacca dirtitti importanti conquistati negli anni e riconosciuti dalla Costituzione". Insomma ancora una volta un Pd che di fronte alla piazza tentenna, indeciso ormai da tempo, tra la protesta a l'assunzione di responsabilità.
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