Da tre anni condividevano la strada; le condizioni difficili, la miseria, erano addolciti dal legame sentimentale. Vivevano disagiati in una baracca alle porte di Campi Bisenzio, lui marocchino di 31 anni, lei moldava di 30, entrambi clandestini.
Di colpo lei lo abbandona, il suo cuore inizia a battere per un altro. Lo sguardo di Carlos, equadoregno 37enne, la rapisce. I due cominciano a vedersi regolarmente, la ragazza lascia la baracca e torna in strada assieme all'affascinante sudamericano, anche egli irregolare. Il nordafricano però non ci sta, non si rassegna alla perdita dell'amata.
Il 12 luglio scorso la situazione precipita, nei pressi della mensa della Caritas in Via Pietri, Assan (il nome è di fantasia) scorge i due che si scambiano tenerezze, la rabbia sprizza da tutti i pori, nasce una furibonda lite. L'equadoregno tira fuori un coltello, lo pugnala ripetutamente all'addome e alla testa, tanto che allo sventurato rimane la punta conficcata nella fronte. Il magrebino si accascia a terra in un lago di sangue, poi viene trasportato all'ospedale di Careggi, dove si trova ancor oggi in terapia intensiva.
Partono le indagini, ad indagare è la Mobile, la 3° Omicidi, diretta da Fabio Pocek. Gli agenti setacciano tutti i luoghi frequentati dai clochard. La chiave del caso è in questo ingarbugliato sottobosco. Non mancano le difficoltà, i commensali della Caritas, sono reticenti, non si fidano delle divise, ma a poco a poco, gli inquirenti vengono a capo della situazione. Per fortuna il ferito è riuscito a proferire qualche parola. Adesso il quadro è chiaro, bisogna solo rintracciare il colpevole. Il pm Paolo Canessa, sulla base degli elementi raccolti dagli uomini di Pocek, predispone il fermo di polizia giudiziaria. Ieri l'esecuzione, Carlos Carrion Cuenca Efren viene arrestato in Piazza Savonarola, luogo a lui caro, con l'accusa di tentato omicidio. La moldava rubacuori è rimasta sola, chissà se sopravviverà.
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