E' polemica accesa, come non poteva essere altrimenti, per la decisione di Renzi di firmare il protocollo d'intesa con Ferrovie per dare il Via definitivo allo scavo per la realizzazione del sottoattraversamento Foster. E' un grido di dissenso unanime quello delle varie opposizioni in Palazzo Vecchio a cominciare dal Pdl, che affida il proprio diniego alle parole del capogruppo Giovanni Galli "Dopo due anni di promesse, ‘progetti’, opposizione fierissima all’idea della stazione Foster, Renzi, nel suo Monopoli da amministratore di Firenze è tornato alla casella del Via con un pugno di mosche in mano. Ma che politico è mai, questo nuovo ‘fenomeno’ del PD? - prosegue galli - Parla tanto di rottamazione e di cambiamento, ma quando poi c’è da contrattare e firmare accordi è uguale a tutti i suoi predecessori – ha aggiunto Galli –. Nei fatti, sulle grandi partite infrastrutturali di Firenze, non ha ottenuto nulla: nulla per l’aeroporto, per il quale si sta ancora aspettando che la Regione dia un indicazione, e lui non pare in grado neppure di far valere i legittimi diritti della città che amministra; nulla sull’alta velocità che rimane quella che lui stesso avallò da presidente della Provincia. Qui non siamo in Val di Susa, ma se hanno paura loro al nord, loro che hanno già affrontato i grandi trafori delle Alpi e che non hanno alternative, cosa dovremmo pensare noi, che ci apprestiamo a veder trivellare il sottosuolo di Firenze e che non siamo capaci neppure di fare i sottopassi (vedi Fortezza e Ponte alla Vittoria)? Sarebbe questo il ‘nuovo che avanza’ del centrosinistra? Un bravo attore che ha giocato coi sentimenti e con le legittime paure dei fiorentini per lo scavo della Foster tirando fuori dal cappello soluzioni alla Giulio Verne per scongiurarla, salvo poi finire, due anni dopo, per accettare quello che Ferrovie voleva fin dal primo giorno" infine Galli sentenzia "Renzi ha tradito la fiducia dei fiorentini per 20 milioni di euro. E non sono neppure ‘soldi in più’, visto che alla fine serviranno per riscattare il terreno del nuovo Teatro del Maggio Musicale. Noi non siamo mai stati contro l’alta velocità, ma abbiamo sempre sostenuto una via alternativa a quella che invece, purtroppo, si andrà a realizzare”.
Primo e strenuo oppositore del progetto Foster il consigliere leghista Mario Razzanelli. Il suo, un vero e proprio appello “Renzi non faccia prostituire Firenze per 70 milioni di euro. Dopo aver combattuto aspramente contro la stazione Foster e il sottoattraversamento per l’alta velocità ferroviaria a Firenze, il sindaco non può svendere la città per far quadrare i bilanci comunali. Come lui stesso aveva affermato, la stazione Foster è un’opera costosa quanto inutile, e pericolosa sotto il profilo ambientale”. Il consigliere Mario Razzanelli è anche colui che l'8 luglio scorso ha presentato una querela al Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio culturale di Firenze per l’assenza dell’autorizzazione paesaggistica e della Valutazione d’Impatto Ambientale, indispensabili sia per la Foster che per la Zevi e in entrambi casi invece ancora non pervenute. "Invito Renzi a fermare i lavori - conclude Razzanelli - Per questo, giovedì prossimo consegneremo la querela anche al comandante della Polizia Municipale Antonella Mansione ed al sovrintendente Alessandra Marino”. Ornella De Zordo ha bollato l'operazione come "immorale", "tutta una questione di soldi". Sarebbero bastati quei 20 o 30 milioni in più a far capitolare Renzi? La De Zordo ne è convinta e pure il Consigliere Grassi parla di "s-vendita". "Sia che siano 70 milioni di euro o anche 80, nessuna cifra economica può rappresentare la compensazione per una Città che potrà esser messa sottosopra da un’opera inutile, costosa, dannosa e pericolosa - dice il giovane consigliere - per la quale esistono alternative più economiche e molto meno impattanti. Senza sapere né dove andranno a finire le terre di scavo provenienti dal sottosuolo di Firenze e neppure se, come sostengono i comitati e noi con loro, esse dovranno essere trattate come rifiuti, si da il via libera agli scavi e alla perforazione della Città? Tutto ciò ci appare del tutto prive di fondamento. L’unico accordo che potrebbe vederci concordi- prosegue Grassi - sarebbe una chiara inversione di rotta che destina i miliardi di euro, peraltro gran parte pubblici, previsti per il nodo d’attraversamento di Firenze in una soluzione alternativa di superficie o che comunque non metta a rischio la Città e il suo equilibrio naturale, e che si impegni ad utilizzare la restante parte per migliorare i collegamenti e i treni regionali che troppo spesso vengono trascurati, e di cui invece si sente una necessità impellente e ormai non più rimandabile".
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