Approvata in Consiglio Comunale la delibera dell’assessore al patrimonio non abitativo Federico Gianassi che prevede la vendita di 61 immobili di proprietà del Comune di Firenze al fondo immobiliare Sviluppo Italia Comparto 8 gestito da Invimit Sgr Spa, una società pubblica del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
La maggioranza di questi, circa una quarantina, sono fuori dal centro storico e oltre una quarantina (su 61) sono inutilizzati. Si tratta di immobili che il Consiglio Comunale aveva dichiarato alienabili (alcuni già dal 2000), ma che sono rimasti di proprietà comunale dopo che sono state tentate ben 41 procedure di vendita tutte andate deserte.
“Con questa operazione si riesce a realizzare un obiettivo prefissato per molti anni dal Consiglio Comunale attraverso un’unica procedura” ha spiegato l’assessore Gianassi, per un valore totale di 13 milioni e mezzo di euro. I 13,5 milioni di euro sono così divisi: il 30% subito (circa 4 milioni di euro), il 70% come quote del fondo di Invimit. “Abbiamo però introdotto un elemento di differenza rispetto alla proposta originaria dei mesi scorsi – ha aggiunto Gianassi – abbiamo diviso i 61 immobili in due gruppi: 47 immobili vengono conferiti immediatamente e il 30%, che vale circa 3,4 milioni, viene pagato entro la fine dell’anno da Invimit. I 14 immobili di via de’ Pepi saranno invece conferiti successivamente alla sentenza del Tar, se darà ragione all’Amministrazione comunale”.
C’è infatti un ricorso pendente al Tribunale Amministrativo Regionale relativo al ricorso presentato da un cittadino su un immobile sito in via de’ Pepi. Secondo l’Amministrazione comunale non si tratta di immobili Erp ma per correttezza, visto che c’è un contenzioso in corso, Palazzo Vecchio aspetterà la sentenza del Tar prima di procedere al conferimento alla Invimit.
E’ stato valutato che i 61 immobili non hanno le caratteristiche per essere utilizzati dal Comune come Erp, né tantomeno per usi diretti, e quindi l’alienazione è la scelta conseguente. Questo consente anche all’Amministrazione di non gravare il bilancio con spese per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria su beni non in uso. “Grazie a questa operazione – ha concluso Gianassi - l’Amministrazione Comunale elimina i costi e ottiene subito delle risorse da immobili che fino ad ora non è riuscita a vendere, risorse che saranno investite anche per edilizia sociale ed edilizia residenziale pubblica. Fra l’altro questa delibera si inserisce in un piano più ampio: un mese fa abbiamo approvato una delibera della giunta comunale per l’acquisto di immobili per risolvere situazioni critiche derivanti dall’emergenza abitativa e dagli sfratti”.
L’Amministrazione ha inserito inoltre una clausola che garantisce il diritto di prelazione da parte di attuali inquilini “regolari”.
"Il Consiglio comunale - affermano i consiglieri del gruppo Firenze Riparte a Sinistra Tommaso Grassi e Giacomo Trombi e della consigliera Donella Verdi - dopo 6 ore di battaglia politica in cui il nostro gruppo, unico nel panorama anche delle opposizioni che aveva presentato emendamenti, ha approvato la delibera di conferimento di 61 immobili al fondo di investimento gestito da INVIMIT. Una brutta pagina della politica che vende alloggi popolari, riclassificandoli e sorvolando sui finanziamenti ottenuti negli anni da Regione e dai canoni ERP, al miglior offerente in un momento di emergenza abitativa e di assenza di soluzioni a chi ha difficoltà a prendere in affitto un immobile a libero mercato".
"La vendita dei 14 alloggi popolari di Via dei Pepi - spiegano - è diventata l'emblema dell'operazione della giunta fiorentina che espelle dal centro storico la residenza popolare e che vede in contrasto il centro del turista e della residenza di lusso con ogni funzione sociale e popolare. Siamo fiduciosi che il TAR dia ragione ai cittadini che si sono battuti contro questa svendita ma troviamo inspiegabile che la Giunta su Via dei Pepi si sia affidata ai tribunali piuttosto che alla politica rinviandone la vendita a dopo l'espressione del tribunale che dovrà decidere se quegli alloggi sono di residenza popolare oppure no."
"Una operazione antieconomica anche per le casse del Comune che - sottolineano - incasserà 4 milioni subito che per la vendita di immobili vincolati nella loro destinazione erp dovrà reinvestire automaticamente nel settore dell'erp e i restanti 9 milioni saranno dati dal fondo in forma di quote azionarie del fondo che non garantisce alcun rendimento minimo e i cui incassi nei prossimi 20 anni sono tutt'altro che certi. Dispiace - concludono - che dalla maggioranza e in particolare da Mdp si sia voluto, forse per motivare all'esterno il loro voto a favore, raccontare una storia diversa dalla realtà: lo strumento del fondo è ad alto rischio come investimento e quel poco di risorse che verranno destinate all'erp e al settore sociale sono dovute per legge o per precedenti impegni e vincoli che gravano sugli immobili messi in vendita."
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