Il commercio prova a ripartire e fa i conti con le regole imposte dalle norme anti-contagio e con i nuovi trend di consumo delle famiglie, in attesa che tornino i turisti.
L'Ufficio studi della Camera di commercio di Firenze ha elaborato due scenari possibili per le quasi 18mila imprese del settore nella Città metropolitana: il più ottimistico, partendo da una prospettiva di Pil in flessione del 9,4% e un calo dei consumi del 6% (shock economico limitato a un arco di tempo di 100-120 giorni), ipotizza una perdita in valore di oltre 1,2 miliardi per le attività commerciali a fine anno; lo scenario peggiore, con Pil a -13,1% e una contrazione dei consumi dell'8,4% (prosegue per tutto il 2020 l'allarme pandemia a livello globale), alza la stima a più di 1,7 miliardi di valore perso per il commercio rispetto al 2019.
Nella fase post emergenziale è verosimile che le aspettative negative per l'immediato futuro, come in genere succede in questi casi, potrebbero non solo generare un aumento del risparmio, ma anche modificare in modo più o meno duraturo la struttura dei consumi. E' possibile infatti che vi sia ancora poca propensione ad entrare nei negozi ''fisici'', continuando a privilegiare gli acquisti di generi non alimentari online e a servirsi della consegna a domicilio dei pasti. Occorre tener presente - precisa la Camera di Commercio - che non avendo a disposizione studi analoghi su cui basare il modello di analisi (il lockdown in altri Paesi ha avuto tempi e durata diversi e in alcuni non si ci sono nemmeno state chiusure totali dei negozi al dettaglio come in Italia) le stime sull'area fiorentina vanno interpretate come indicazione di tendenza. Sicuramente nei centri cittadini, come quello del capoluogo, le attività al dettaglio recentemente riaperte tra mille difficoltà e cautele, risentono profondamente anche dell'assenza del flusso turistico. Ma anche il consumo ''locale'' potrebbe cambiare connotazione.
''Per far ripartire il commercio, soprattutto a Firenze, è indispensabile che tornino i viaggiatori internazionali con la loro capacità di spesa - sottolinea Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio di Firenze -. Serve dunque un'offerta attrattiva, in grado di generare domanda, ecco perché in questa fase è molto importante che tutti possano riaprire, in modo da innescare un circolo virtuoso. La spinta può arrivare dagli stessi operatori, motore dell'economia e vetrina del territorio, pur nelle grandissime difficoltà che sta affrontando il settore. Servirà anche una strategia di rilancio per il centro storico della città, tema di cui già stiamo parlando con le altre istituzioni, per favorire il ritorno delle residenze e delle attività artigianali, da una parte, e dall'altra per sottolineare con forza la sicurezza della destinazione turistica". Chi vuole venire a Firenze - dice ancora Firenze -, deve sapere che troverà un'offerta di qualità elevata, sul fronte commerciale e dell'accoglienza, oltre che della cultura, in piena sicurezza per la propria salute''. Il report della Camera di commercio sottolinea come la prospettiva di recuperare i ''precedenti livelli di domanda sia fortemente correlata proprio alla difficoltà di ripristinare le vecchie abitudini''. In altre parole, continueranno a crescere gli acquisti online di prodotti non alimentari, mentre faticherà a risalire la propensione a frequentare i negozi. Un clima che si ripercuote sulle aspettative degli imprenditori, come dimostra il fatto che nel mese di aprile di quest'anno le iscrizioni al registro delle imprese della Camera, per quanto riguarda il commercio al dettaglio, si sono azzerate.
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