Si conclude domenica 3 maggio alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti la mostra Recent Works di Lino Mannocci, dodici opere inedite che sintetizzano gli ultimi quindici anni della attività dell’artista, confermandone il carattere onirico e visionario, oltre all’ascendenza metafisica e surreale che rimanda alle atmosfere esistenziali e agli abissali silenzi dei dipinti di De Chirico, Carrà, Sironi, Morandi. Promossa dalla stessa Galleria e da Maschietto Editore, che ne pubblica il catalogo (€ 18) arricchito da commenti dell’ex soprintendente al Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini e dallo storico dell’arte Vincenzo Farinella, l’esposizione consacra una volta di più la poetica di Mannocci, viareggino, pittore e grafico, da tempo attivo nello scenario internazionale anche grazie a lunghi soggiorni e studi londinesi. Le sue opere sono patrimonio di importanti collezioni pubbliche in Stati Uniti, Svizzera, Inghilterra, British Museum compreso. Diviso tra Londra e l’Italia, all’inizio degli anni Ottanta è con Sandro Luporini e il compianto Gianfranco Ferroni uno dei talentuosi toscani del gruppo Metacosa, la cui matrice figurativa si distingue per il particolare spessore poetico e per la ricerca pittorica precisa e calcolata. “Metacosa”, scrisse Philippe Daverio, “fu l’inizio di una riflessione artistica e politica nel frangente d’un paese che passava dalle certe incertezze degli anni di piombo alle incerte certezze d’un ritorno all’ordine, anche formale”. Mannocci, ricorda Acidini, “porta un bel disegno e una buona pittura, dove la matita sul foglio, la tela sul cavalletto e, a volte, la macchina fotografica indagatrice e curiosa…sono gli strumenti di una personalità d’artista che guarda negli occhi e senza soggezione l’infinita genealogia dei pittori di anni e di secoli fa”. La mostra è patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali e dalla stessa Galleria d’Arte Moderna ed è organizzata con il sostegno di Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa, Livorno / Gruppo Banco Popolare, Coopservice. Collaborano l’Azienda vitivinicola Giuseppe Rinaldi Barolo e la Galleria Ceribelli di Bergamo.
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