È sufficiente che il commercialista sia a conoscenza della falsità dei documenti del cliente per essere condannato in concorso con l’imprenditore per il reato di dichiarazione fraudolenta per utilizzo di fatture false. Questo è quanto stabilisce la sentenza della Corte di Cassazione numero 15215/2019, pubblicata dal sito internet dello Studio Manetti Consulting.
L'estraneità di un professionista al reato non è credibile se quest'ultimo predispone i bilanci di esercizio del cliente, e dispone di un accesso diretto in remoto al sistema informatico per ottenere report contabili periodici. Lo ha stabilito la Suprema Corte.
Infatti, nella sentenza, il ricorrente curava la predisposizione dei bilanci di esercizio della società e disponeva proprio di quell'accesso diretto in remoto al sistema informatico dell'azienda per ottenere report contabili periodici.
Tra l'altro, quale commercialista della società, era a conoscenza di plurime anomalie nella relativa contabilità passate, in quanto evidenziate da un controllo della Guardia di Finanza.
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