"E' stato un pugno allo stomaco, non sono nemmeno riuscito a guardarlo fino in fondo il video che riprende la morte di George Floyd. Ho chiamato Guido... ho provato davvero tanta amarezza".
Così l'avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Magherini, commenta all'Adnkronos la morte di George Floyd, l'afroamericano soffocato da un agente che, durante l'arresto a Minneapolis, in Usa, gli aveva messo un ginocchio sul collo, come mostra un video diventato virale. Dopo la visione del filmato, l'avvocato ha chiamato Guido Magherini, il padre di Riccardo, morto il 3 marzo 2014 durante un arresto dei carabinieri in Borgo San Frediano a Firenze.
Trai due casi, sottolinea Anselmo, "l'analogia è agghiacciante: entrambi muoiono soffocati sapendo di morire, urlando e chiedendo disperatamente aiuto. Ricorda le urla di Riccardo Magherini con voce strozzata? 'Ho un bambino, aiutatemi'... In entrambi i casi una morte non immediata ma lenta, perché quei pochi minuti per chi sa che sta morendo sono infiniti".
"Per Magherini, tra l'altro, era palese lo stato di difficoltà psicologica in cui si trovava in quel momento. Vuol sapere qual è la differenza tra quanto accaduto a Minneapolis e a Firenze: l'indignazione da parte dell'opinione pubblica che qui noi non c'è", aggiunge Anselmo. Che poi sulla componente del razzismo dice con una punta di ironia: "diciamo che rispetto all'America siamo più democratici".
"Modalità di intervento inaccettabili e ingiustificabili - evidenzia l'avvocato - Credo sia dovere della Giustizia sanzionare questi comportamenti perché altrimenti non cesseranno mai di accadere, qui come in America: una immobilizzazione fatta in quel modo, ai limiti della legittimità dell'intervento, è inammissibile. Nel manuale del comportamento della Polizia nell'esecuzione del fermo e nelle varie circolari queste manovre sono ben conosciute come estremamente pericolose. Ma continuano. E la Giustizia spesso si volta dall'altra parte".
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