E' tensione tra il Pdl e la Lega nel Consiglio Comunale di lunedi sera nella cittadina di Greve in Chianti. Una seduta protrattasi fino a notte inoltrata e alla fine interrotta dalla protesta leghista. Motivo della sommossa 'pacifica' tiene a sottolineare il leader provinciale del Carroccio Marco Cordone, ancora una volta la discussione sulla Moschea e su uno spazio da dedicare alla Comunità Islamica. L'incursione tuttavia sembra alla fine aver richiesto l'intervento di Vigili urbani e Carabinieri e ha messo in seria difficoltà gli alleati del Pdl, prima fra tutte la capogruppo Carla Borghi, che si è affrettata a prendere le distanze dall'iniziativa leghista: "Ho pieno rispetto della Lega come alleato ma non di quanto messo in atto dal consigliere provinciale della Lega Nord Marco Cordone e da quanti erano con lui". E parole di dissenso sono giunte anche dal sindaco di Greve, Alberto Bencistà che anzi rivendica l'estraneità degli esponenti coinvolti, "Chi protestava non c'entra niente con la civile comunità grevigiana". L'episodio che sembra potrà addirittura avere strascichi di natura penale, viene invece con forza rivendicato dal partito della Lega che ancora una volta si dimostra compatto. In particolare il consigliere regionale della Lega Nord Toscana, Gian Luca Lazzeri esprime la sua solidarietà a Marco Cordone. "Altro che interruzione in maniera violenta del consiglio comunale – dice Lazzeri –, come afferma il sindaco grevigiano Alberto Bencistà! Marco Cordone e gli altri militanti della Lega Nord sono stati minacciati durante una manifestazione di dissenso più che pacifica e democratica. La storia personale di Cordone e quella del Movimento della Lega Nord Toscana testimoniano che da sempre le manifestazioni del Carroccio sono state pacifiche e democratiche". A tal proposito il consigliere leghista ricorda l'episodio di qualche anno fa, quando Cordone stava raccogliendo le firme per una petizione e un facinoroso lo aggredì provocandogli la frattura del setto nasale. "La Lega Nord, in Toscana – continua Lazzeri, più volte ha subìto e continua a subire minacce e violenze come è accaduto nel corso del Consiglio Comunale di Greve. I nostri esponenti si sono limitati ad alzare dei cartelli con il loro “No alla moschea” e immediatamente qualcuno li ha tacciati di squadristi, fascisti, arrivando addirittura a minacciarli. Bencistà non deve neanche provare a sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dal fallimento delle sue attività amministrative come sindaco: i tempi sono cambiati e anche lui deve rendersene conto". Infine tornando sulla questione Moschea Lazzeri giudica "assurda" la proposta di creare un punto di preghiera polivalente. "Si vuol creare un simbolo che la comunità di Greve non vuole, come ha dimostrato il nostro sondaggio/referendum". Dalla sua il primo cittadino Bencistà ribadisce che la decisione di concedere lo spazio dell'attuale biblioteca comunale alla comunità islamica per due volte alla settimana, è stata presa all'unanimità.
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