Proponiamo per i lettori de Il Sito di Firenze, un interessantissimo articolo di Maurizio Naldini, Inviato Speciale de La Nazione, pubblicato sullo storico quotidiano fiorentino lo scorso 16 luglio. Nell'intervento Naldini si interroga sul perché a Firenze si accetti passivamente certi comportamenti da parte dei turisti, mentre in altri paesi, più o meno avanzati rispetto al nostro, tali eccessi non siano tollerati.
Il dovere di indignarci - di Maurizio Naldini
Perché loro e noi no? Perché le piazze di Londra e di Parigi, per non parlare di quelle di Berlino, e perfino Manhattan fin dai giorni della "cura" Giuliani sono pulite,rarissime le scritte sui muri, assenti i cocci di bottiglia, mentre i pedoni camminano come soldatini, e se hanno una cicca fra le mani corrono a cercarsi il cassonetto? Perché loro e noi no? Gli spagnoli, ad esempio, che se sentono qualcuno che urla per la strada cose oscene si fermano e lo guardano torvo. E avete visto come a Barcellona milioni di persone lasciano la spiaggia dopo che il 24 giugno - come noi per l'appunto - sono andati sul mare per la festa? Perché loro e noi no? Avete mai provato ad andarvene a giro per le città d'Europa in pantaloni corti e canottiera, con le infradito di plastica e una bottiglia d'acqua minerale?
Avete mai avuto a che fare con i bobbies inglesi o la gendarmerie parigina? E infine, perché loro e noi no? Perché per entrare in una moschea, ma anche un tempio buddista, o induista che sia, schiere di occidentali si tolgono le scarpe, gli uomini vestono pantaloni lunghi, le donne si coprono le spalle e perfino il volto con il velo, e nessuno si ribella ai custodi?
Torna l'estate ed i problemi di sempre si ripresentano. A Firenze. Ieri mattina per entrare alla Misericordia in piazza Duomo inutilmente ho chiesto, supplicato, e alla fine mi sono fatto largo con i miei antichi ricordi da rugbista, fra quanti se ne stavano seduti sugli scalini d'ingresso e non si volevano scostare. I sagrati di Sant'Ambrogio e Santa Croce, per non parlare di Santo Spirito, all'alba si presentano come un campo di battaglia. Le bottiglie di birra distrutte, e l'odore di urina fanno da padroni. A chi dobbiamo tali gentilezze, e perché? Il problema è che i fiorentini, così orgogliosi della loro immagine e cultura, quando si tratta di difenderla coi fatti, o dimostrarla, diventano distratti.
E il loro pessimo esempio è quasi un'attrattiva per i turisti, quelli stessi che altrove - a casa loro in particolare - non farebbero mai certe porcate. L'Italia è ancor oggi il Bel Paese perché qui si può fare, bellamente, quello che altrove è vietato.
Eppure, non tutto passa per la repressione. Quest'anno, pare, i controlli sono migliori che nelle scorse estati ma i problemi restano. E allora, domandiamoci, qual è il livello di sensibilità, di buon gusto, di educazione, di intelligenza e senso di appartenenza di ognuno di noi? Finché si pensa che i pubblici beni sono tali perché non appartengono a nessuno, che speranze abbiamo? No, se i fiorentini non cominceranno per primi a scandalizzarsi per la volgarità, il turpiloquio notturno, ma anche l'abbigliamento osceno di intere comitive, la città sarà in balia dei barbari estivi. Abbiamo il diritto di indignarci ed esprimere la nostra indignazione? Certamente, ne abbiamo il dovere.
E allora, cominciano a guardarci intorno e a intervenire. Con educazione s'intende. Come avveniva una volta, come era normale che accadesse fino agli anni Settanta o giù di lì. Poi, qualcuno, inventò formule sul tipo "tanto peggio tanto meglio”. E molti, troppi, con la benedizione di qualche intellettuale, ci presero gusto.
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