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La parola ai tifosi

Fiorentina: dov'è finita la passione?

La crisi dell'entusiasmo secondo Daniele Benedetti
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Immagine articolo - Il sito d'Italia

È sotto gli occhi di tutti che negli ultimi anni, malgrado gli ottimi risultati ottenuti sul campo dalla Fiorentina targata Cesare Prandelli, il tifo Viola sia andato progressivamente in crisi, tant'è che lo scorso 5 febbraio il Collettivo Autonomo Viola, storico gruppo della Curva Fiesole nato nel 1978, ha deciso di sciogliersi: “Con decisione unanime in data 5/2/2011 il Collettivo Autonomo Viola ha deciso di sciogliere il gruppo. Da oggi in poi nessuno vedrà più il nostro striscione appeso negli stadi”, queste le lapidarie parole che aprivano il comunicato che posero fine a 31 anni di storia.

Da molti mesi la Curva non cantava più con una sola voce, le divergenze erano evidenti e quest'anno la Tessera del Tifoso ha accentuato ancor più le divisioni.

La Fiorentina dovrebbe unire, anziché dividere, invece mai come quest'anno si è parlato di calo di entusiasmo, passione e “voglia di Viola”: è chiaro che i risultati sportivi della squadra non hanno aiutato, ma giustificare ciò scaricando tutte le colpe sulle prestazioni in campo sarebbe un errore grossolano.

 

Incontriamo Daniele Benedetti (nella foto qui sotto), classe 1959, tifoso Viola da sempre, la prima volta che mise piede al Franchi aveva solo 4 anni, ha fatto parte del gruppo Ultras '73 e ci espone il suo punto di vista sulla Fiorentina di ieri e di oggi.

 

“Che posso dire? - afferma con aria sconsolata – rispetto al passato quello che manca è proprio la Curva, non esiste più: dove prima c'era coesione, adesso c'è divisione e questo è il punto centrale, la Fiesole e i tifosi sono un collante fondamentale tra Società e giocatori. Adesso a questa Società è permesso dire e fare qualsiasi cosa, ma la Fiorentina, prima di tutto, è nostra, di Firenze, una squadra di calcio senza i suoi sostenitori non avrebbe ragione di esistere, sarebbe destinata al fallimento visto che sono loro che attraverso i biglietti, le televisioni e tutto il resto la finanziano”.

Sono finiti i tempi del tifo vero – prosegue – degli anni in cui si passava col cappellino rovesciato a chiedere 100 Lire per fare le magliette, striscioni e altro...senza dimenticare le mitiche trasferte, ne cito una su tutte: Inter – Fiorentina del Campionato 1981/82: eravamo più di dodicimila, mentre adesso dispiegano lo striscione con lo sponsor “Zoppini”. Io non mi riconosco in questo, prima c'erano i colloqui faccia a faccia con i giocatori, ora non accade quasi più, li tengono lontani. Ricordo il grande Presidente Melloni, «cercherò di salvare sempre la Fiorentina e non venderò mai Antognoni» disse: promessa mantenuta, stadio sempre stracolmo ed Inter, Milan, Juve e Roma picchiavano spesso la testa a Firenze, gli si mangiava i calcagni, giocatori come Tendi davano sempre tutto”. “Adesso? - continua – vedete un po' voi...Fiorentina - Juventus non registra più il tutto esaurito ed il pubblico assiste ad una partita scialba, tant'è che l'arbitro non estrae nemmeno un cartellino. Abbiamo avuto Presidenti che ci mettevano e trasmettevano una grande passione, magari facevano degli errori, ma con i Della Valle, a parte i grandi proclami iniziali, oggi ci ritroviamo con quindicimila abbonati e lo stadio deserto”.

“Il futuro? - conclude – beh, se vuoi vedere il futuro guarda il presente, tira le somme ed il conto è presto fatto, però: sempre e comunque forza Viola”.

Daniele Benedetti

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