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VolterraTeatro: Dopo 20 anni il regista Armando Punzo abbandona la direzione del Festival

"Sono venute meno le condizioni minime per poterlo gestire"
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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

VOLTERRA. Il regista Armando Punzo ha lasciato dopo 20 anni la direzione del Festival Volterra Teatro. E' lui stesso, in una lunga lettera alla stampa ed a tutti coloro che l'hanno seguito in questi anni, a spiegare i motivi che l'hanno costretto a prendere una decisione che definisce sicuramente "dolorosa ma inevitabile".

 

Quindi cosa è accaduto davvero?

"Quest’anno - scrive il regista - le condizioni hanno raggiunto un limite oltre il quale non possiamo davvero andare. Non è stato emesso un bando, ma il 6 giugno, a un mese e mezzo dall’inizio del festival, è arrivato un invito a partecipare a una procedura selettiva, ovvero a presentare un preventivo economico, il cui unico parametro chiaramente definito rispetto alle modalità di aggiudicazione consisteva nella migliore offerta economica con un ribasso rispetto al budget disponibile di 39.800 euro, senza alcuna specificazione dei criteri di assegnazione di un punteggio con riferimento alla proposta artistica. L’invito conteneva soltanto alcune note tecniche che indicavano parametri quantitativi e logistici senza tenere conto della qualità del progetto, della direzione artistica e della gestione organizzativa. La discriminante, quindi, rimaneva unicamente nel ribasso economico, a partire da un budget divenuto assolutamente irrisorio".

 

"Dopo una lunga riflessione - prosegue Punzo - siamo pervenuti a una decisione dolorosa ma inevitabile. Il grande rispetto che abbiamo per i soldi pubblici ci ha imposto di agire secondo coscienza, e di non partecipare a questa chiamata che ci avrebbe fatto attingere a una risorsa economica, seppur minima, che non avremmo potuto utilizzare per lo scopo a cui era destinata, ovvero per formulare una proposta artistica che rispondesse ai criteri qualitativi minimi che caratterizzano un festival d’arte quale è stato, fino a oggi, VolterraTeatro.

 

Organizzare un festival internazionale in venti giorni è impensabile: non è possibile lavorare a progetti e produzioni interne; non è possibile programmare eventi di piazza che prevedano commissione di vigilanza (la richiesta va fatta 40 giorni prima); non è possibile fare lanci sulla stampa (giornali mensili, settimanali e trasmissioni televisive programmano i loro servizi almeno con due mesi di anticipo); non è possibile invitare operatori italiani e stranieri; non è possibile mandare materiale in affissione perché gli spazi vanno prenotati almeno 3 mesi prima per essere sicuri di trovare qualche posto nei mesi di maggiore affollamento; non è possibile mantenere un livello accettabile di qualità, in particolare modo per tutti gli aspetti promozionali e divulgativi; non è possibile svolgere il necessario lavoro di interazione e preparazione sul territorio coinvolgendo persone e associazioni in attività e laboratori preliminari; non è possibile reperire sponsorizzazioni e altri sostegni necessari per integrare il budget limitato messo a disposizione dal Comune; non è possibile partecipare a reti e progetti europei triennali che oltre al reperimento di risorse consentirebbero uno scambio tra artisti e compagnie straniere; non è possibile investire sulla ricerca di gruppi emergenti perché non abbiamo fondi per andare a vedere spettacoli all’estero; non è possibile fare progetti di residenza che permetterebbero al festival di consolidare la relazione con alcune compagnie e di presentare delle prime internazionali a costi più accessibili; non è possibile fare recruiting di stagisti".

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