I 23 azzurri ci sono. Ma che Italia sarà all'Europeo, questo davvero non si può chiedere neanche a Cesare Prandelli. Finora, la sua preparazione per l'appuntamento più importante della carriera è stata una corsa a ostacoli. A tratti perfino una sorta di maledizione. Dal cuore matto di Cassano alle pazzie di Balotelli. Dall'infortunio di Rossi agli stop di Chiellini e Montolivo. Dal no agli stage fino ai pochi giorni di preparazione, vista la stagione lunga degli juventini. Per chiudere - e il ct incrocia le dita - con la 'tempesta' del calcioscommesse fin dentro Coverciano e col terremoto vero e proprio in Emilia, con l'annullamento del primo dei due test amichevoli a Parma contro Lussemburgo. Non si poteva giocare con i morti del terremoto dell'Emilia. Non si voleva. Ma certo l'incredibile sequenza di colpi sulla nazionale o tutt'attorno fiacca anche l'ottimismo del ct del sorriso. Si parte per Cracovia tra una settimana. Alle spalle ci saranno solo pochissimi giorni di lavoro tutti insieme - a conti fatti cinque -, non certo le polemiche e le accuse degli 'indignados'. Domenico Criscito è rimasto a casa, su di lui ha gravato il «disumano peso» di un avviso di garanzia, di un interrogatorio davanti al pm di Cremona. È un bel guaio tattico, per la sua nazionale, visto che il ragazzo era titolare fisso a sinistra della difesa. Ma il ct ha capito subito che non si poteva far partire il giocatore. «Nessuna riserva su Bonucci», invece, che pure era oggettivamente meno indispensabile dell'escluso al reparto. E che ieri come promesso è ufficialmente entrato nella lista dei 23 consegnata all'Uefa. Perché non ci sono avvisi di garanzia, la spiegazione ufficiale; e perché poi in federcalcio sono convinti che la sua posizione sia molto più leggera di Criscito, di tanti altri. Chissà se questo dicono già le carte che la procura di Bari ha girato a Palazzi il 21 maggio scorso. Ma neanche Abete può escludere che qualche comunicazione arrivi a Europeo in corso. Va ad aumentare il numero di bianconeri l'azzurro last minute Giaccherini. Sono sette gli juventini d'Italia, e non c'è bisogno di questo per aumentare il tasso d'ansia da calcioscommesse, visto Conte. Nei 23, Chiellini è il jolly di difesa buono anche per la sinistra occupata dal solo Balzaretti (ma anche Ogbonna si può adattare): resta da capire come recupererà dall'infortunio. A centrocampo, con i sei uomini base (Pirlo, Marchisio, De Rossi, Montolivo anche lui in recupero, più Thiago Motta e Nocerino) è rimasto posto per la fantasia di Diamanti, oltre che per la duttilità di Giaccherini. Alla fine tutti i sei attaccanti non sono rimasti, troppe incognite negli altri reparti. Prandelli ha rinunciato alla freschezza di Destro per un pizzico di personalità con Borini. In attesa di capire che Cassano sarà, se Di Natale finalmente sboccia in azzurro, e fin quanto sia vero il Balotelli sicuro di «vincere il pallone d'oro» e del suo genio. «Sono ragazzi, la fatica mentale la sentono anche loro», raccontava Prandelli prima del rinvio di Italia-Lussemburgo e prima che Mario Monti parlasse di un fermo al calcio di due o tre anni, come sfogo di amarezza non come proposta, certo. Indignazione così parallela e così lontana dal doloroso sfogo di De Rossi, convinto che questo scandalo scommesse «sia anche peggio di quello del 2006». «Noi non dobbiamo far finta di nulla, dobbiamo affrontare i temi più spinosi con dignità - ha aggiunto Prandelli -. La fortuna è che c'è il campo: lì vogliamo tutti vincere, e uscirne puliti». E non si dimentichi: il 10 giugno, a Danzica, c'è la Spagna campione del mondo e d'Europa in carica. (Francesco Gran - ANSA)
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