"Non c'è ombra di dubbio", Berlusconi dovrebbe dimettersi, ma "Ruby e Iris non ci fanno vincere le elezioni". Lo ha detto il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, intervistato da Massimo Giannini a Repubblica Tv. "In Italia - ha proseguito Renzi - è solo Berlusconi o è un sistema politico che considera la parola dimissioni uno sport da evocare ma non da non praticare?". "La sinistra deve voltare pagina - ha detto ancora Renzi -, uscire dalla palude, dal pantano con alcune proposte concrete, perchè non si può menare il can per l'aia e dire che siamo contro Berlusconi. Ruby e Iris non ci faranno vincere, ci faranno vincere le idee sull'università, sulla cultura e anche un'idea del cambio del gruppo dirigente". Il sindaco Renzi si è detto convinto che "siamo alla fine dell'era berlusconiana, ormai anche il cane della Brambilla lo sa. È stato un pezzo importante della storia di questo Paese, alcuni hanno un giudizio molto negativo, altri, bontà loro, molto positivo", ma poi "chiarito cosa pensiamo di Berlusconi, parliamo del futuro e cerchiamo di farlo iniziare il prima possibile. E per farlo bisogna mandare a casa Berlusconi con una vittoria politica". Il cittadino ci vede come il partito del 'ma anche' invece "noi dobbiamo parlare chiaro". Lo ha detto il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ospite a Repubblica Tv. Renzi ha spiegato che "la poltrona di sindaco di Firenze scade, se va bene, nel 2019" e comunque nel futuro "sicuramente non c'è l'Africa", come era intenzione di Walter Veltroni. Renzi ha anche ribadito il suo 'no' a ipotesi di alleanze con Gianfranco Fini che "per 17 anni è stato un lines notte assorbi tutto" e poi "ha scoperto il conflitto di interessi, ha scoperto che gli immigrati sono una risorsa, ma la legge si chiama Bossi-Fini. Se Bersani propone l'alleanza con Fini lo contestiamo, se dice andiamo a votare con le nostre idee e il nostro orgoglio stiamo con Bersani". "Nel mio partito - ha spiegato - c'è l'idea di mostrare Renzi come uno Scilipoti qualsiasi, e io a questo rispondo con un 'guarda e passa'. Evito polemiche personali, ma su alcuni temi mi piacerebbe discutere. Parliamo chiaro: ad esempio, siamo con Marchionne per quanto riguarda gli investimenti, ma anche con la Fiom per i diritti. Il cittadino vede noi come il partito del 'ma anchè, anzi del 'nè con nè con'. Quando io dico aboliamo le Camere di Commercio, dimezziamo le università, qualcuno si arrabbia, ma bisogna uscire dal politichese puro". "Non lascio il Pd nemmeno se mi cacciano - ha ribadito -, è casa mia, però mi piacerebbe un centrosinistra in grado di vincere e se prendo un voto di uno che alle precedenti elezioni ha votato centrodestra va bene"
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