Continua la nostra inchiesta sulla tassa di soggiorno e sugli studenti fuori sede costretti a pagarla come dei normali turisti. Dopo la richiesta avanzata dagli studenti di sinistra la questione è stata recepita anche dalla maggioranza in Palazzo Vecchio e infine dalla Giunta. L'Assessore all'Università Cristina Giachi si è detta pronta a inserire una modifica nel regolamento che risolva l'anomalia: "Che la faccenda vada risolta è indubbio, nessuno di noi intende equiparare gli studenti ai turisti, è ovvio chegli uni e gli altri 'consumano' la città in modo completamente diverso". La prima a compiacersi di tale "apertura e disponibilità" dell'esecutivo è la consigliera Cecilia Pezza, la stessa che aveva dato immediatamente udienza alle richieste del Csx. "Monitoreremo il percorso dal Consiglio Comunale e dai banchi dell'Università - dice la Pezza - . Sono sicura che da questa vicenda nascerà una nuova e rafforzata collaborazione tra l'amministrazione comunale e le realtà studentesche che animano la nostra città: come avevo già avuto modo di dire, non sarà certo il Pd e una Giunta guidata dal nostro partito, ad intralciare la perfetta integrazione dei ventimila studenti fuorisede a Firenze". Ma la questione che adesso si impone è quale criterio verrà scelto per regolamentare tale 'esenzione'. La proposta giunta dall'opposizione è quella di escludere dal pagamento della tassa quanti sono in grado di dimostrare di essere scritti all'Università degli Studi di Firenze. Una mozione questa, presentata dai consiglieri del Pdl, Jacopo Cellai, Emanuele Roselli e Francesco Torselli, accolta in commissione Sviluppo Economico all'unanimità. "Dopo l'apertura del vicesindaco Nardella e dell'assessore Giachi, è stato fatto un altro passo importante verso un provvedimento di buon senso che vuole lanciare un segnale importante- commentano i consiglieri Pdl - gli studenti universitari sono una risorsa culturale importante per la nostra città, prima ancora che una risorsa economica. Per questo abbiamo chiesto di escludere dall'imposta di soggiorno gli studenti universitari fuorisede iscritti all'Ateneo fiorentino e che scelgono di alloggiare in strutture ricettive. Si tratta di un segnale importante che avrà riscontri positivi anche rispetto alla battaglia contro gli affitti a nero: far pagare di più chi sceglie di stipulare un regolare contratto con le strutture ricettive rischiava di incentivare indirettamente altre soluzioni non sempre nei limiti della legalità e della trasparenza". Ora la parola passa al Consiglio Comunale, lunedì prossimo ci sarà l'ultima seduta prima della pausa estiva. “Sono soddisfatto – ha detto il presidente della commissione Sviluppo Economico Enrico Bertini (Pd)-. Mi impegnerò affinché la mozione venga discussa e votata nel Consiglio di lunedì 25 luglio". La mozione – ha aggiunto Bertini - è stata fatta propria dalla commissione anche a fronte della risposta del vicesindaco Nardella ad una interrogazione sullo stesso argomento della consigliera De Zordo in cui emergeva la disponibilità ad inserire l’esenzione per gli studenti universitari fuori sede. Un segnale importante - conclude Bertini - anche se l’esborso sarebbe stato solo per i primi 10 giorni di permanenza a Firenze, verso chi decide di venire a studiare nella nostra città". Ma non è troppo azzardato prevedere che, nonostante il voto unanime, la questione non si risolverà così facilmente. La Giunta sta elaborando una soluzione 'propria' e originale che contempli una casistica dettagliata. "Non è così semplice come può sembrare - ci conferma la Giachi - l'iscrizione non può bastare, altrimenti anche un cinquantenne potrebbe presentarsi con un libretto universitario e non pagare la tassa, senza contare il caso degli studenti erasmus o di quanti, studenti o professori, si trovano a passare un periodo di tempo in città per motivi di studio. E che dire degli studenti che si trovano a Firenze in vacanza?". "Vorrei comunque riportare la questione alla sua giusta dimensione - scriveva qualche giorno fa la stessa Giachi su facebook sotto un post della Consigliera Cecilia Pezza - : la tassa di soggiorno si paga solo per i primi dieci giorni, quindi 10 euro all'anno per gli studenti fuori sede che abitino in strutture del tipo 'casa ferie'. La categoria 'studente' non può essere esclusa in generale per ogni tipologia di soggiorno e di alloggio" E a chi ribadiva che la categoria 'studenti' invece andava esclusa 'a priori', l'Assessore risponde "se va all'Hilton per me deve pagare, se è qui per fare turismo, idem. Cosa diversa per chi è qui a studiare". La Giachi ieri, prima della seduta di Consiglio ci ha preannunciato che con buona probabilità uno dei canoni che verrà preso in considerazione sarà il limite d'età, ma che più in generale si sta provvedendo a una soluzione che salvi gli studenti da un lato ma che non sia nemmeno così generica. Pare proprio che per l'Amministrazione scegliere come criterio quello del certificato di iscrizione è come si dice una Lectio facilior.
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