Cooperante morto a Capoverde, famiglia si oppone ad archiviazione inchiesta

La famiglia di David Solazzo, il cooperante fiorentino morto nel maggio 2019 a Capo Verde, si oppone alla chiusura dell'indagine da parte della magistratura locale.

"Durante l'estate - spiega la famiglia in una nota - dopo più di 2 anni dalla morte di David, la procura capoverdiana ha richiesto l'archiviazione delle indagini, alla quale ci siamo opposti tramite il nostro legale capoverdiano, considerando che in tutto questo tempo, non sono stati effettuati esami scientifici di alcun genere e la ricostruzione dei fatti risulta tuttora lacunosa e insoddisfacente".

"Quasi contemporaneamente, ci è stata notificata la richiesta di archiviazione delle indagini condotte in Italia, anche se la decisione del procuratore di Roma risulta precedente alla chiusura delle indagini a Capo Verde - prosegue la nota - la mancanza di collaborazione della procura capoverdiana ha portato il procuratore italiano ad avere pochi elementi sulla base dei quali pronunciarsi è per questo che abbiamo presentato richiesta di riapertura delle indagini anche in Italia. La nostra richiesta si basa su numerosi atti di indagine nuovi che possono essere condotti in entrambi i paesi e sul fatto che adesso la documentazione capoverdiana, non più sotto segreto istruttorio, puòessere sottoposta all'esame della procura italiana".

In particolare, dalla famiglia è arrivata la richiesta alle autorità capoverdiane di poter acquisire il cellulare, la macchina fotografica e il computer della vittima, il cui contenuto non risulta essere stato analizzato a Capo Verde e che, nonostante una rogatoria internazionale, non sono mai stati consegnati alla Procura di Roma. "Non ci accontentiamo di ipotesi più o meno verosimili - conclude la famiglia - ma esigiamo che venga accertata con rigore la verità dei fatti".