In un clima di grande collaborazione, come sottolinea una nota del consiglio regionale, nella sua prima riunione dopo l'insediamento, la commissione d'inchiesta sulle responsabilità politiche ed istituzionali nella vicenda del Forteto ha definito ieri il programma di massima dei propri lavori.
La proposta del presidente Paolo Bambagioni (Pd) è stata accolta ed integrata dal vicepresidente Giovanni Donzelli (FdI) e dal vicepresidente segretario Andrea Quartini (M5S). Numerosi i suggerimenti degli altri consiglieri Stefano Mugnai (FI), Alberto Jacopi (LN), Paolo Sarti (Si).
La commissione lavorerà essenzialmente intorno a due capisaldi: la relazione finale sulla vicenda approvata all'unanimità dal Consiglio regionale nella scorsa legislatura e la recente sentenza del tribunale di Firenze, che ha condannato Rodolfo Fiesoli e quindici suoi adepti.
L'obbiettivo è individuare le responsabilità politiche sul riaccreditamento della struttura negli anni successivi alla prima sentenza, ma anche le responsabilità dei magistrati che facevano gli affidamenti dei ragazzi, negli anni oltre cinquantacinque. Infine saranno analizzate le responsabilità del settore sociosanitario, che non ha garantito un controllo adeguato, né sulla struttura, né sulla permanenza dei minori al suo interno.
La commissione ha inoltre deciso di approfondire i rapporti tra le tre realtà associative, in cui il Forteto era formalmente diviso: la cooperativa, l'associazione, la fondazione.
''E' un compito delicato - ha commentato il presidente Paolo Bambagioni - rispetto al quale ci muoveremo con determinazione per individuare i complici di Rodolfo Fiesoli, evitando però di coinvolgere le tante persone che, a vario titolo, sono state da lui coinvolte, ma che erano in perfetta buona fede''.
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