“Inaccettabile. Non si può pensare di coprire i costi di quella che a tutti gli effetti si presenta come un’emergenza economica inasprendo il prelievo imposto con la tassa di soggiorno, sfruttando i turisti per fare cassa.
Più volte abbiamo sottolineato come questa imposta, da noi accettata ovviamente a malincuore, debba essere utilizzata per reali servizi al turismo e per iniziative programmate in precedenza, cioè di respiro e che guardano avanti nell’ottica di un reale miglioramento dei livelli di accoglienza, non per ripianare le esigenze dell’amministrazione comunale, così come adesso con la questione di Ataf. Che sia un’emergenza appare chiaro anche dalle modalità in cui la decisione dell’aumento della tassa è stata presa, convocando le categorie economiche all’ultimo momento a fine ottobre per far entrare in vigore le nuove tariffe già dal primo gennaio, quindi senza alcuna anticipazione e confronto reale. Forse l’amministrazione ancora non si è resa conto che i pacchetti di viaggio vengono fissati diversi mesi prima e che gli operatori inseriscono tra le voci di spesa anche la tassa di soggiorno. Chi dovrebbe ora rimetterci, visto che i tour operator difficilmente accetteranno di rivedere le tariffe? Non certo gli albergatori. Per questo chiediamo al Comune e al sindaco Nardella di ripensare a questa misura e di rinviare il caro tariffa quanto meno ad aprile. Ma soprattutto di guardare altrove per trovare nuove risorse, senza gravare su un settore che funziona ma che va tutelato, perché manifesta diverse fragilità, come la crescita smisurata del sommerso e della concorrenza sleale, e che non può essere considerato solo quando c’è da chiedere”. Così il presidente di Federalberghi Francesco Bechi, dopo la decisione del Comune, confermata dall’assessore al Bilancio Perra, di inasprire il prelievo aumentando il ticket della tassa di soggiorno.
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