Nelle menti dei tifosi della Fiorentina c'è una domanda: perché la proprietà viola, a fronte di un anno e mezzo in cui sul campo si è visto tutto fuorchè praticare il vero gioco del calcio, e si sia disperso, in termini di presenze al 'Franchi', oltre il trenta per cento degli spettatori, non si decide ad esonerare Sinisa Mihajlovic, reduce da tre punti nelle ultime quattro partite (due rimediati contro 'potenze' del calibro di Cesena e Catania)? La risposta è molto semplice: perché nelle aziende gestite dalla famiglia Della Valle gli uomini vengono difesi soprattutto nei momenti difficili, e poi perché esonerare il serbo che doveva portare 'grinta e gioco' significherebbe raccontare che l'involuzione tecnica e di risultati dall'eliminazione in coppa Italia (marzo 2010) all'ultima giornata del campionato 2009-2010, non era colpa di Cesare Prandelli. Perché è questo il messaggio che avevano fatto passare all'epoca gli uomini che lavorano per la Fiorentina, e molti hanno abboccato alla balla secondo cui, se Gilardino non segnava o Frey non parava, era perché Prandelli si era offerto alla Juventus destabilizzando lo spogliatoio e facendo infuriare la società che si era sentita 'tradita'.
Vi ricordate cosa disse il proprietario del club alla vigilia del primo turno di campionato tra Fiorentina e Napoli dell'anno scorso? 'Finalmente è arrivato un allenatore che porterà quella grinta necessaria a vincere le partite e un gioco spumeggiante che divertirà i tifosi'. Quando parla Diego Della Valle bisogna sempre drizzare le antenne e portare rispetto, perché è un imprenditore di successo e fra i più innovativi al mondo, ma il calcio è un'azienda anomala, e per ottenere risultati prestigiosi bisogna viverla, 'toccarla', esserne al 100% all'interno. Non bastano fidi scudieri in società che ti raccontano se Vargas fa tardi la sera o se Kroldrup ha preso l'antibiotico. Non è casuale il fatto che, quando Diego e Andrea Della Valle seguivano in prima persona la Fiorentina, quest'ultima ha raggiunto risultati che se paragonati con il presente equivalgono ai famosi 'cinque scudetti' che si vanta di aver conquistato Pantaleo Corvino. Se i Della Valle - in particolare il presidente Andrea - facesse un giro per San Frediano, invece che frequentare solo locali vicino al 'Franchi', scoprirebbe che la richiesta di esonerare Mihajlovic non è l'isterica volontà di liberarsi di un tecnico che ha fallito dialetticamente e nel rapporto calcistico con la piazza, ma l'esigenza di tornare a vedere il gioco del calcio, quello che ad esempio Delio Rossi, candidato fortemente 'sostenuto' dai tifosi viola, ha dimostrato di saper fare. Perché, a differenza di quanto sostiene l'uomo di Vukovar, la gente di Firenze non è esigente e incontentabile, ma se paga un biglietto vorrebbe divertirsi ed emozionarsi. Basta coprire con alibi le lacune tecniche e sportive di un 'non ancora' allenatore.
Stendendo un velo pietoso sulle delusioni recenti, alle porte c'è domani la trasferta più importante della stagione per il provincialotto tifoso viola, ovvero quella contro la Juventus. Si è tornati indietro di dieci anni, quando vincere contro i bianconeri era la soddisfazione principale da raggiungere in stagione, una falla che copriva le manchevolezze del resto dell'annata. Ben venga un successo nel nuovo stadio dei 'gobbi', ma sinceramente è un po' triste che ci sia ancora gente che preferisca tre punti esterni contro la Juventus, piuttosto che quella sequenza di quarti posti che per un lustro hanno permesso alla Fiorentina di sfidare le più forti formazioni europee. Si diceva della sfida contro i bianconeri, e a voler essere ottimisti, ci sono tutti i presupposti per vincerla davvero: la squadra viola è in piena crisi tecnica, contestata dalla gente - che comunque si muoverà in massa alla volta di Torino, in un giorno feriale, segno che l'amore del tifoso gigliato per i propri colori non morirà mai -, ma tecnicamente impostata al contropiede, e quindi si troverà a meraviglia negli spazi concessi dai bianconeri, un po' come è successo quest'anno a Napoli. Tornerà Gilardino, Vargas farà il furbacchione e giocherà benissimo, perché è in cerca di compratori per gennaio, Cerci vuole stupire davanti al suo estimatore principe Antonio Conte. La squadra viola inoltre non ha ancora segnato in trasferta, quindi neanche vinto lontano dal 'Franchi', e lo Juventus Stadium è un'occasione ghiotta. I fluidi sono positivi, Jo-jo ha il piede caldo. Vincere a Torino, dunque, per regalare una gioia a chi, a prescindere da 'Cittadelle', 'patti con la città' e affini, se la merita: i tifosi, che hanno reso la curva della Fiorentina in queste prime giornate qualcosa di unico e emozionante, loro sì. Cari Gamberini e compagni: non meritate tutto questo amore, ma per una sera fate il vostro dovere. E fateci godere.
fonte: Luca Cellini - calciomercato.com
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