Un grande evento si terrà martedì 31 gennaio al Cinema Odeon di Firenze, per ricordare il sociologo polacco Zygmunt Bauman recentemente scomparso.
Si tratta di una proiezione speciale di "LA TEORIA SVEDESE DELL'AMORE", da dove nasce una riflessione sul manifesto proposto dal parlamento svedese nel 1972, “La famiglia del futuro”. Il concetto è che ogni relazione umana autentica si basa sull’indipendenza: una donna dal marito, gli adolescenti dai genitori, gli anziani dai figli. Il risultato a distanza di 40 anni: metà della popolazione vive sola, sempre più donne diventano madri single con l’inseminazione artificiale.
Perché una vita indipendente, sicura e protetta può rivelarsi tanto insoddisfacente? Una possibile risposta è affidata proprio a Bauman, che dimostra perché una vita priva di problemi non è necessariamente una vita felice.
La serata prevede anche l’intervento della psicologa clinica e filosofa Giuliana Mieli, con un bagaglio di esperienza nel settore dell'ostetricia e ginecologia a Monza e a Milano. Il suo libro, in uscita anche in Inghilterra e riproposto in questi giorni da Feltrinelli, lancia un analisi importante sull'approccio moderno. "Siamo una società che ignora e trascura gli affetti - scrive Giuliana Mieli nel libro - La risposta ai bisogni affettivi di base è infatti una condizione biologica ineludibile per la nostra vita individuale e l’esistenza stessa dell’uomo: l’averlo trascurato si riflette non solo nella sofferenza psichica dilagante ma anche nelle difficoltà che sempre di più accompagnano la maternità".
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