Sono positivi gli effetti dell'ordinanza anti prostituzione entrata in vigore a Firenze lo scorso 14 settembre 2017 e cessata il 14 marzo 2018, per tutelare in primis la dignità dell'essere umano e contro la tratta e lo sfruttamento.
Ieri ad illustrarne il bilancio, nel corso di una conferenza stampa, sono stati il Sindaco Dario Nardella ed il Comandante della Polizia Municipale Alessandro Casale. E se il fenomeno dovesse tornare sulle strade cittadine ai livelli precedenti il provvedimento, il Sindaco Nardella è “pronto a firmare una nuova ordinanza per andare avanti con questa azione di contrasto”.
Da settembre a marzo sono stati effettuati 275 servizi di controllo con mezzi della PM e 109 in borghese, che hanno portato a rilevare 27 violazioni. Dei 27 “clienti” denunciati alla Procura della Repubblica solo 6 sono risultati essere di Firenze. Nessuna delle “lucciole” controllate è risultata essere minorenne.
“Siamo soddisfatti degli effetti – ha spiegato Nardella – perché il fenomeno della prostituzione si è sensibilmente ridotto nelle zone del Comune di Firenze dove era più presente. Ricordo che l'ordinanza tutela prima di tutto le vittime – ha sottolineato il Sindaco – donne che vengono strappate alle loro famiglie, violentate, oggetto della tratta internazionale come vere e proprie schiave e buttate sui marciapiedi delle nostre periferie. Sono il frutto di un business inaccettabile della criminalità organizzata di diverse nazionalità che spadroneggia nel nostro Paese, alimentando la terza industria criminale del mondo. Noi – ha evidenziato Nardella – siamo convinti che solo con strumenti concreti come questo possiamo dare un contributo al contrasto dello sfruttamento della prostituzione e della tratta”.
“Il dato importante – ha detto il Comandante Casale – è un forte calo della presenza di ragazze dedite alla prostituzione. Contrastando la domanda viene meno l'interesse economico allo sfruttamento: questa è la strategia che ha utilizzato il Sindaco”
Nel video de Il Sito di Firenze: le dichiarazioni del Sindaco Dario Nardella e del Comandante Alessandro Casale.
Nei sei mesi di vigenza dell’applicazione dell’ordinanza (contingibile e urgente, firmata dal Sindaco a settembre scorso, volta a sanzionare chi chiede o accetta prestazioni sessuali e a tutelare le persone che sono o possono essere oggetto di sfruttamento*), i controlli della Polizia municipale si sono svolti in tutti i cinque quartieri della città: nel Quartiere 1 è stata accertata una violazione in piazzale Jefferson, nel Q2 sono state accertate otto violazioni nelle vie Ambrosoli, De Nicola, Della Nave a Rovezzano, Generale dalla Chiesa; nessuna nei quartieri 3 e 4 e ben 18 nel quartiere 5 in via Pistoiese, viale XI Agosto, via Pratese, viale Guidoni, via Allori, via Molise, via della Stazione delle Cascine, via S. Allende e via Campani. Le strade con più violazioni si sono rivelate via Pistoiese con 8, via de Nicola con 3, via della Nave a Rovezzano con 2, viale XI Agosto con 2 e viale Guidoni con 2.
I trasgressori si sono rivelati in diverse fasce di età: fino a 25 ci sono stati 4 denunciati, tra 26 e 45 ci sono stati 12 denunciati, tra 46 e 65 nove denunciati e solo un denunciato ultrasessantacinquenne. Tra di loro, la maggior parte risiede in provincia di Firenze (15), altri 6 risidedono nel Comune di Firenze e sei in altre province. La maggior parte di loro sono lavoratori (20) e disoccupati (4). Abbiamo poi due studenti ed un pensionato.
Riguardo alle prostitute ben 18 hanno tra i 25 ed i 35 anni, sei tra i 18 e i 24 e solo due sono ultratrentacinquenni. Prevale tra di loro la nazionalità romena (15), poi albanese (8).
*L’atto è stato reso possibile dal decreto Minniti, convertito in legge nell’aprile 2017, che per la prima volta ha consentito ai sindaci di emettere un’ordinanza contro coloro che ottengono prestazioni sessuali a pagamento. Il provvedimento prevedeva a carico dei ‘clienti’ delle prostitute un procedimento penale che prevedeva l’arresto fino a 3 mesi o una ammenda fino a 206 euro. Nell’ordinanza contingibile e urgente si istituiva anche il divieto di chiedere o accettare prestazioni sessuali a pagamento. Non era necessario aspettare la consumazione dell’atto, una volta che gli agenti della Polizia municipale, sia in borghese che in divisa, accertavano se c’era stata una richiesta, un consenso o un accordo su una prestazione sessuale a pagamento, scattava la denuncia per il cliente sulla base dell’articolo 650 del codice penale per violazione di una ordinanza delle autorità. Non erano previste sanzioni per chi offriva la prestazione, a meno che non ci fossero state altre violazioni di legge.
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