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il caso

Inchiesta stupro, secondo carabiniere dai pm. Ore decisive, attesa per misure cautelari

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Lui non vorrebbe parlare. “Non è successo nulla” ha continuato a ripetere fin dal primo momento ai suoi colleghi e superiori, ma per il 30enne, carabiniere scelto, accusato di stupro insieme ad un collega, da due studentesse americane, è arrivato il momento di rispondere anche al pm Ornella Galeotti, negli uffici della Procura di Firenze. "Se non viene, sarà chiamato" ha spiegato ai giornalisti il procurato capo di Firenze, Giuseppe Creazzo. 

 

Potrà anche rimanere in silenzio, se vorrà. Sicuramente scegliere di non spiegare cosa è successo la notte tra mercoledì e giovedì scorsi in Borgo Santi Apostoli complicherebbe, ulteriormente, una situazione che appare già molto grave. I due militari sono già stati sospesi dal servizio e sotto inchiesta anche dalla Procura militare.

 

Il carabiniere scelto non vorrebbe assumersi le responsabilità, che invece si è già preso il 45enne appuntato, che quella notte era il suo capo pattuglia, e che ha confermato il rapporto sessuale completo con una delle due studentesse.

 

“Era consenziente, non l'ho violentata” si è difeso, presentandosi spontaneamente davanti al pm. “Non mi sono accorto che era ubriaca, non barcollava, non puzzava di alcol, parlava correttamente”. Il 45enne, ha poi ammesso al suo legale, di “aver compiuto un gesto inqualificabile” e di essersi fatto “trascinare” in questa situazione.

 

Ma le ragazze erano entrambi in uno stato di alterazione da alcol, certificata dagli esami clinici, una in particolare più dell’altra. E i due carabinieri avrebbero dovuto saperlo visto che si sono offerti di riaccompagnarle, con l’auto di servizio, dalla discoteca del piazzale Michelangelo fino a casa. E le telecamere di sorveglianza hanno ripreso militari e studentesse a bordo della gazzella in più punti del tragitto. Tanto per dire che quel “non è successo nulla”, vale molto poco.

 

Inoltre c’è un video, visivamente incomprensibile, ma che riesce in pochi frame a riprendere la banda rossa della divisa dei carabinieri, con la pistola d’ordinanza nella fondina. Secondo La Nazione si sentirebbero le ragazze dire “bastard” (bastardo, ndr) almeno due volte. Questa circostanza della frase però è stata smentita dal Procuratore capo di Firenze che ha spiegato che l'immagine ripresa è di una situazione di confusione, dove effettivamente si vede una divisa, ma che non rende identificabile il carabiniere nè la circostanza. Creazzo ha detto che il video "non sarà utile per le indagini". 

 

La tempistica degli eventi, così ricostruita, lascia poco spazio all’immaginazione. L’uscita dalla discoteca tra le 3.45 e 4, le telecamere che riprendono gli spostamenti, la gazzella che si ferma 20 minuti in Borgo Santi Apostoli. Alle 4.31 il messaggio di allarme all’Università. Alle 5 c’era già la volante della polizia nel palazzo delle giovani. Poi le visite mediche, gli interrogatori, di nuovo gli esami clinici e nuovamente un interrogatorio separato. Sempre accompagnate dal personale della squadra mobile. D’accordo, queste due studentesse, non si sono proprio messe.

 

Oggi sarà un giorno decisivo, proprio perché nelle prossime ore, o giorni, come sottolineato dal procuratore capo, il carabiniere scelto dovrà essere ascoltato, e a quel punto i magistrati potrebbero chiedere l’applicazione di misure cautelari contro i due militari. C’è attesa e nervosismo.

 

 

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